L’invasione. Saranno in diecimila, secondo le previsioni, i tifosi del Napoli che questa sera riempiranno l’Olimpico e assisteranno al volo dell’aquila Olimpia prima del fischio d’inizio. Due settimane fa, il volatile simbolo della Lazio, tentò la fuga disperata: stasera rischia di ritrovarsi in un clima assai ostile. Il volo dell’aquila laziale, però, è assicurato nello stadio che sarà comunque affollato da non meno 35 mila persone.
Settore ospite esaurito da tempo, ma i sostenitori del Napoli, molti residenti nella Capitale, sono riusciti ad accaparrarsi tagliandi anche per altre tribune. Un’invasione: ed è per questo che l’autostrada del Sole e gli autogrill saranno presidiati da agenti della polstrada fin dalle prime ore del mattino. Stesse attenzioni anche per le stazioni ferroviarie e per i treni, con almeno 300 tra poliziotti e carabinieri che presidieranno la Stazione di Piazza Garibaldi fin dall’alba. Non c’è nessun allarme particolare, ma anche il percorso tra Termini e l’Olimpico sarà presidiato nei punti chiavi della stazione e delle fermate di bus e metropolitane.
Saranno in diecimila e sognano, intorno alle 22,30, di intonare la canzone, che da quasi 40 anni, è diventata l’inno della gioia per i tifosi azzurri: ’O surdato ’nnammurato. Che, simbolo del tifo azzurro, lo è diventato proprio qui all’Olimpico. E proprio contro la Lazio. 7 dicembre del 1975: un miracolo dell’inventiva napoletana, una spontanea orchestra che incantò l’Italia intera. La squadra azzurra allora abitualmente trascinava in trasferta migliaia di fedelissimi. La squadra era quella ruggente di Vinicio e quella domenica di dicembre c’erano più o meno trentamila napoletani.
Un gol firmato Gigi Boccolini decise la gara e fece schizzare il Napoli al primo posto. Fu alla fine di quella partita che, per un incantesimo del cuore, per qualcosa di stupendo e misterioso che nessuno aveva annunciato in precedenza, che all’Olimpico cominciarono a cantare «Oj vita, oj vita mia». E il giorno dopo non ci fu giornale italiano che non rimase travolto favorevolmente da quel coro intonato dai trentamila. Da quel giorno a Roma, contro la Lazio che due anni prima aveva vinto lo scudetto, ’O surdato ’nnammurato divenne l’inno della felicità dei tifosi azzurri: intonato dopo ogni vittoria. Saranno 1.500 tra poliziotti, carabinieri e agenti della guardia di finanza che oggi trasformeranno Roma in un bunker a prova di tifosi senza biglietto. Basterà il colpo d’occhio.
Il solito. Stadio bonificato, con massiccia mobilitazione per garantire l’ordine pubblico nella zona del Foro Italico. Un’invasione. Come non succedeva contro la Lazio dal 1989, l’anno del secondo scudetto: ma allora, però, si giocava al Flaminio.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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