Cerca
Close this search box.

Settore giovanile, una risorsa in cui il Napoli non crede abbastanza

Con Benitez s'immaginava una svolta che in realtà non è arrivata

Era il 26 Luglio 2013, si teneva la conferenza stampa di fine ritiro a Dimaro. Benitez, un allenatore dal profilo internazionale e più ampio rispetto anche ai più bravi tra gli italiani, la figura principale dei modelli Valencia e Liverpool, indicava tra le tre priorità per migliorare il club, il potenziamento del settore giovanile. Rinforzare la prima squadra, migliorare le strutture, far crescere il vivaio le indicazioni del maestro Rafa Benitez. Il primo step è stato compiuto abbastanza bene in estate, con gli arrivi di Albiol, Callejon, Higuain, Mertens ed altri, e ci sono tutte le promesse affinchè l’opera sia completata a gennaio. Sulla seconda e la terza indicazione il Napoli è dietro a tante società italiane, per non parlare di quelle straniere.

C’è un forte legame tra il miglioramento delle strutture e il potenziamento del vivaio. E’ noto che lo staff di Benitez ha storto il naso quando ha visto a giugno l’albergo che ospita il Napoli. Benitez era abituato ai molto attrezzato Chelsea Training Ground, ha richiesto altri campi per la prima squadra, lamentandosi anche per la qualità del terreno di gioco. La soluzione è arrivata molto presto: addio alla vicinanza con la Primavera e utilizzo anche del manto erboso utilizzato dai ragazzi di Saurini. La Primavera è emigrata prima al “Ianniello” di Frattamaggiore, poi per qualche giorno ha condiviso il centro sportivo di Sant’Antimo con le altre categorie prima di trasferirsi circa venti giorni fa al “Kennedy”.

S’immaginavano dei passi in avanti con l’arrivo di Benitez, invece sotto questo punto di vista si è andati indietro perdendo una conquista dell’era Mazzarri. Non può bastare chiedere alla Primavera di avere lo stesso modulo della prima squadra per pensare che si stia costruendo un progetto omogeneo. Il modulo deve essere il punto d’arrivo, non di partenza di un lavoro condiviso; inoltre, con la prassi della cessione in prestito in B o Lega Pro dopo l’esperienza nel settore giovanile, a mio avviso è anche fallimentare un approccio troppo rigido sul sistema di gioco da utilizzare. I ragazzi devono imparare ad essere polivalenti e duttili, va bene un’idea di massima da seguire, un modulo-base ma senza che diventi un dogma.

Riguardo alle strutture, l’utilizzo del centro di Sant’Antimo per le altre categorie rappresenta sicuramente un miglioramento rispetto agli scorsi anni, quando Allievi e Giovanissimi Nazionali si allenavano a mezzo campo.

Se a livello organizzativo qualche progresso si è notato, sul vivaio azzurro bisognerebbe lavorare sicuramente meglio. Si dovrebbe investire di più ma l’aspetto principale per migliorare la situazione non è aumentare le risorse a disposizione, sicuramente superiori a quelle dell’era Santoro, il dirigente che ha scoperto Luigi Vitale, Lorenzo Insigne, Raffaele Maiello, Luigi Sepe e Roberto Insigne, giocatori che hanno debuttato in Serie A e che sono o una risorsa del Napoli al momento o possono esserlo in futuro.

Sepe sta facendo la gavetta tra Pisa e Lanciano ed è pronto a rientrare a Napoli, magari alle spalle del validissimo Rafael; Roberto Insigne domenica scorsa contro la Paganese ha segnato il suo primo gol tra i professionisti ed è sicuramente un talento che ha bisogno di crescere tra Lega Pro e Serie B per sognare il San Paolo magari da protagonista insieme al fratello Lorenzo.

La Primavera, che nella scorsa stagione ha disputato la finale di Coppa italia, ha espresso molti elementi interessanti. Alcuni stanno trovando poco spazio come Nicolao, Fornito e Palma, altri hanno pagato problemi fisici come Allegra, mentre il difensore centrale Celiento si sta mettendo bene in mostra con la maglia del Viareggio, sia con Miggiano che con Cristiano Lucarelli sulla panchina dei toscani.

Un’altra bella notizia arriva da Crotone, dove il ds Ursino e l’allenatore Drago sono dei maestri nella scoperta e nella valorizzazione dei giovani. Dopo Maiello e Ciano, in Calabria stanno valorizzando un altro prodotto del Napoli: Jacopo Dezi, convocato in Under 21 da Di Biagio per le sfide contro Irlanda del Nord e Serbia al posto di Benassi.

C’era chi non ci credeva, chi diceva che questi ragazzi avrebbero fatto fatica in Lega Pro e, invece, il quadro non è così nero come era stato disegnato. C’è chi soffre e merita sicuramente altre chances, ma anche tante belle notizie a cui prestare attenzione.

L’era Santoro è stata così produttiva in termini di scouting che c’è ancora tanto materiale su cui lavorare. Hanno giocato il mondiale Under 17 Gennaro Tutino e Antonio Romano, due ragazzi che l’attuale responsabile dell’area tecnica dell’Inter prelevò rispettivamente da Juve Domizia ed Europa Massese molti anni fa e che hanno sicuramente ottime prospettive, se il Napoli salvaguarderà la loro crescita. Tutino è al terzo anno di Primavera, ha bisogno di un’esperienza tra i professionisti quanto prima, basta vedere il Torino che ha mandato il ’96 Parigini in prestito alla Juve Stabia, su Romano ha scommesso anche Benitez.

Questi giovani talenti rappresentano un patrimonio per il Napoli, così come l’ottimo difensore Luperto, prelevato in estate dal Lecce, il portiere degli Allievi Nazionali Ferrara, il miglior ’98 d’Italia che rischia di essere chiuso da Gionta (classe ’97), prelevato dalla Us Valpejo, o l’esterno destro Palumbo e l’attaccante De Iorio, mandati sotto età in Primavera quando, invece, potrebbero crescere negli Allievi Nazionali, aiutando la formazione di Mazzella e il Napoli che in questa categoria non ha mai raggiunto i play-off da quando sono state divise le formazioni di A e B da quelle di Lega Pro.

Mettiamo da parte gli alibi e l’ipocrisia, i risultati sono i simboli della crescita e il frutto del lavoro. Il Napoli a livello giovanile non vince un campionato dal torneo Berretti vinto nel 2011, non è mai arrivato alle fasi finali del campionato Primavera nell’era De Laurentiis, non è mai giunto tra le prime cinque nella categoria Allievi Nazionali negli ultimi tre anni. I risultati migliori sono le finali Giovanissimi perse nel 2011 e nel 2012 e quella di Coppa Italia Primavera contro la Juventus persa ad Aprile.

Troppo poco per una squadra che rappresenta una zona definita il Sudamerica d’Italia. Deve intervenire De Laurentiis assicurando strutture all’altezza, investimenti congrui e soprattutto facendo notare ai suoi dirigenti i tanti errori compiuti negli ultimi anni disegnando con loro la svolta, se li reputa all’altezza di perseguirla. C’è bisogno, però, di rispondere ad una domanda fondamentale: Presidente, quanto ci crede nel settore giovanile?

Fonte: Ciro Troise per “Il Corriere del Pallone”

Sartoria Italiana
Vesux

I Am Naples Testata Giornalistica - aut. Tribunale di Napoli n. 33 del 30/03/2011 Editore: Francesco Cortese - Andrea Bozzo Direttore responsabile: Ciro Troise © 2021 IamNaples
Salvo accordi scritti, la collaborazione con questo blog è da considerarsi del tutto gratuita e non retribuita. In nessun caso si garantisce la restituzione dei materiali inviati. Del contenuto degli articoli e degli annunci pubblicitari sono legalmente responsabili i singoli autori. - Tutti i diritti riservati Vietata la riproduzione parziale o totale dei contenuti di questo portale Tutti i contenuti di IamNaples possono essere utilizzati a patto di citare sempre IamNaples.it come fonte ed inserire un link o un collegamento visibile a www.iamnaples.it oppure al link dell'articolo.