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Settore giovanile – Il presidente vuole realizzare strutture sul modello Barcellona

Le basi sono solide e i tecnici sono molto preparati

Il modello rimane quello del Barça, una cittadella dello sport dove poter ospitare in un futuro non lontano, prima squadra e settore giovanile. De Laurentiis vorrebbe creare un centro con otto campi da calcio tale da poter diventare la nuova casa del Napoli. Ad un tiro di schioppo dalla stadio San Paolo.
Per ora, però, la Masia, il centro di addestramento giovani calciatori, dove è cresciuto Lionel Messi, dista anni luce da quello che ha in mente di realizzare il patron del Napoli. Alla Ciudad Deportiva «Joan Gamper» vi sono nove campi di calcio (due riservati alla prima squadra), si allenano tredici formazioni dai 7 ai 17 anni, vi lavorano cinquanta addetti tra allenatori, massaggiatori e dirigenti, ed ha un costo di circa 15 milioni di euro all’anno. Ma De Laurentiis è caparbio, vuole arrivare laddove nessuno è mai riuscito a Napoli (Marianella, mai decollata) e in Italia. Anche perchè la materia prima da queste parti non manca (i fratelli Insigne lo dimostrano).

PRIMAVERA A SAURINI, ALLIEVI A MURO – Al momento il settore giovanile partenopeo conta sette formazioni, dalla Primavera (l’unica ad allenarsi a Castelvolturno) ai Pulcini. Pattuita una convenzione con il centro sportivo Kennedy, per gli allenamenti di circa centocinquanta tesserati. Sei i tecnici addetti all’addestramento: Saurini, Muro, Liguori, Cimmaruta, Sorano, Cusano oltre a quello per i pulcini. E dietro il settore diretto oggi da Franceso Barresi c’è il lavoro oscuro e prezioso di Giuseppe Santoro e Gigi Caffarelli svolto negli anni scorsi. Gli investimenti sono ben lontani da quelli del Barca ma il progetto-vivaio del Napoli si può dire che è ancora in fase embrionale. In attesa del sospirato decollo, una volta realizzata la cittadella.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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