Colpo di scena all’Assemblea della Lega di Serie A, la quarta di quelle convocate per eleggere il presidente e i consiglieri federali. Iniziata alle 14.20 dopo un’ora e mezza di discussione sulla proposta di modificare il vecchio statuto, i dirigenti rappresentanti delle sei grandi hanno abbandonato l’assemblea. A nome di Milan, Inter, Juventus, Roma, Fiorentina e Napoli ha spiegato i motivi del ritiro dall’assemblea Adriano Galliani: «Vista l’insanabile frattura creatasi con le altre quattordici società, i sei principali club che rappresentano l’80% dei tifosi italiani hanno deciso di lasciare a causa dell’impossibilità di trovare una soluzione. Ricordo che per le modifiche agli aspetti economici dello statuto occorrono quindici voti. E ancora una volta il disaccordo è nato a causa dei criteri di ripartizione dei diritti tv e del paracadute: alla fine sempre su questi temi si discute. La governance è solo la foglia di fico».
L’assemblea è diventata infuocata dopoché le quattordici, che da settimane stanno visionando la bozza di statuto approntata dalle sei grandi che prevede una radicale modifica della governance con un presidente di mera rappresentanza e tre figure esecutive, ad, consigliere delegato e dg hanno come contro-proposta presentato una semplice paginetta con obiezioni divise in nove punti. Fra tutti spicca il contestatissimo articolo 19, quello che regola il criterio di ripartizione delle risorse provenienti da diritti tv. Lotito ha coagulato attorno a sé l’appoggio dei fedelissimi. Le quattordici sono ancora riunite. «Esiste il pericolo di commissariamento? Per il momento è inutile trarre conclusioni» ha concluso Adriano Galliani.
Il presidente del Cagliari Giulini ha poi espresso il punto di vista delle piccole. «Tredici club (il Chievo aveva già abbandonato l’assemblea, ndr) hanno approvato e firmato un documento diviso in nove punti. C’è la volontà di votare un presidente con ruoli di garanzia e un ad che abbia un profilo internazionale, con competenze nel campo economico e del marketing. Esiste la volontà di creare un Consiglio di Lega composto dal presidente, ad e e 5 membri che siano presidenti di club». Poi la precisazione: «Non esiste l’accordo sull’art.19: noi vogliamo mantenere lo status quo e l’attuale paracadute. Sui criteri di ripartizione abbiamo intenzione di adeguarci ai principali campionati europei. Ora la palla è nel campo delle sei grandi: ci aspettiamo che i dirigenti si confrontino con i loro azionisti. Di certo non abbiamo intenzione di votare il nuovo statuto scorporando l’art 19 dall’accordo». In conclusione dei lavori il presidente Beretta ha annunciato che l’assemblea resta aperta in attesa di riaggiornarsi il 28 marzo. Ovvero il giorno dopo il primo consiglio federale (a meno che ci sia un rinvio a ora non contemplato). Inutile sottolineare che sic stantis rebus la Lega di di Serie A non avrà rappresentanti nel prossimo consiglio della Figc.
Fonte: Corriere della Sera
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