Un pareggio che in fin dei conti va bene a tutti. Al Menti Vicenza e Pescara si spartiscono il bottino con un 1-1 che fa vedere il bicchiere mezzo pieno ad entrambe, con gli ospiti che tornano da soli al secondo posto e i veneti che invece, continuando la serie positiva, fanno ancora un piccolo passo verso la salvezza. Partita per certi versi strana, in cui la genialità di Zeman ha permesso al Pescara di raddrizzare una giornata messasi male. Già perché il bottino pieno è stato a lungo preda più del Vicenza che del Pescara. Un sistema tattico, quello messo in atto da Cagni, che è stato in grado di ingabbiare per larghi tratti del match l’esplosività di Insigne e la rapacità di Immobile. In avanti invece prima da titolare per Davide Bariti, il 20enne in comproprietà col Napoli. Per lui una buona prova nei 55’ di gioco, prima di lasciare il posto a Mustacchio, buttato nella mischia da Cagni per tentare il raddoppio dopo il vantaggio di un minuto prima di Paro su punizione. Ed è proprio in questa mossa che si intravede la chiave della partita, con un Cagni che dopo il vantaggio tenta di chiudere la partita con un secondo attaccante, Mustacchio appunto. Errore madornale, perché Zeman non è tipo da farsi intimorire, neanche dopo il doppio giallo a Togni. Anche in 10 il Pescara non rinuncia a fare gioco, paradossalmente anche meglio di quando era in parità numerica. Insigne si carica la squadra sulle spalle, corre, crea e cerca di far male Frison in un paio di occasioni. Ma la svolta è il triplo cambio che effettua Zeman dopo lo svantaggio. Verratti, Petterini e Soddimo infatti, subito dopo il loro ingresso, imprimono una svolta che si concretizza a 3’ dal termine. Proprio Soddimo indovina un tiro all’angolino basso che beffa Frison, concretizzando un’azione personale, e portando il Pescara al meritato pari appena poco prima che scadesse il tempo di gioco, dimostrando inoltre che la mentalità offensiva del Pescara non conosce limiti, neanche di fronte all’inferiorità numerica.
Servizio a cura di Giancarlo Di Stadio
