Al termine della 36° giornata di uno dei campionati più belli, pazzi ed esaltanti d’Europa ci sono sicuramente molti temi da trattare. Partiamo, certamente non in ordine d’importanza, dalla vittoria di ieri del Napoli contro il Palermo e dagli stop di Lazio ed Inter. La lotta per il terzo posto, nel primo anno in cui i posizionamenti utili per la qualificazione in Champions’ League sono solo tre, è quanto mai avvincente e ricca di sorprese e la banda di Mazzarri ne esce vincitrice a due battaglie dal termine. Il terzo posto è alla portata del Napoli che a questo punto non può fallire l’appuntamento con l’Europa che conta visto il vantaggio negli scontri diretti con l’Udinese di Guidolin, i due punti di vantaggio sulla Lazio e i tre sull’Inter. Proprio Lazio ed Inter fanno molto riflettere. Hanno disputato due campionati molto diversi, i biancocelesti infatti si sono comportati benissimo nel girone d’andata, facendo molto poco nella seconda parte della stagione, mentre i nerazzurri sono partiti malissimo per poi rimontare. Fanno riflettere perchè ci si chiede come due squadre così incostanti si trovino a lottare per la Champions’, la massima competizione europea, in un campionato che dovrebbe essere il più bello e forte al mondo. La Lazio sta ampiamente dimostrando di non essere attrezzata per l’Europa che conta, mentre l’Inter lascia intendere che il suo ciclo è finito da un bel po’ e che c’è molto da lavorare per tornare ai vecchi fasti mourinhiani, lasciando capire che il livello della Serie A è calato, ed anche di molto. E non solo per quanto riguarda il lato tecnico, ma anche quello morale e dei valori sportivi. Le scene viste oggi a Firenze sono state infatti brutte e raccapriccianti. Quei cazzotti tirati alla cieca da Delio Rossi a Liajic, un suo giocatore, non sono sicuramente uno spot per il calcio e per la Serie A. Certo, il serbo poteva evitare quella reazione infantile e sedersi tranquillamente in panchina, ma mai si era vista una scena del genere, da un allenatore pacato come Rossi poi… Bisogna distendere gli animi e ricordarsi che prima di tutto il calcio è un gioco. Nella 36° giornata gli sviluppi più importanti arrivano dalla lotta per lo scudetto e da quella per la salvezza. L’errore clamoroso di Buffon potrebbe costare caro alla Juve, che adesso si ritrova con un solo punto di vantaggio sul Milan, vittorioso contro l’Atalanta, ma potrebbe essere molto importante per il Lecce, quella banda di ragazzi guidata dal grande Serse Cosmi che adesso lotta con il Genoa per la permanenza in Serie A. Permanenza che meriterebbe eccome per quanto fatto vedere nel girone di ritorno, nel quale i salentini, guidati dal loro condottiero hanno alternato grandi partite a stop inattesi. Peccato che adesso siano ancora a tre lunghezze di distanza proprio dai rossoblù che rischiano di raggiungere i cugini blucerchiati nella seconda serie al termine di un campionato disastroso. E se i pugliesi si salvassero il merito sarebbe di quel vulcanico allenatore per troppo tempo sottovalutato, ma che nel Salento sta facendo grandi cose e di una società capace, anche se in ritardo, di valorizzare il piccolo patrimonio tecnico-economico a disposizione con giovani come Muriel e Cuadrado, in prestito, ma che si stanno dimostrando rivelazioni della stagione. E chi tifare poi in questa bellissima ed avvincente lotta per la salvezza tra il bel Lecce di Serse Cosmi ed il Genoa, da anni gemellato al Napoli? E se non si dovesse giocare più il tanto atteso Napoli-Genoa che da anni è uno spettacolo di cori, bandiere e tifoserie? Razionalità contro sentimento, la lotta per la salvezza a ridare respiro ad un campionato mediocre.
A cura di Dario Gambardella
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