Il sintetico si fa largo in Serie A. Non solo Novara, come si pensava. Anche il Cesena, a sorpresa, ha deciso di abbandonare l’erba naturale per quella artificiale. Un campo considerato innovativo, «due generazioni più avanti» rispetto a quello di Novara. I particolari verranno rivelati oggi alle 11.30 con una conferenza stampa allo stadio Manuzzi.
Intaso naturale – In attesa dei dettagli e delle dichiarazioni, però, qualcosa si è saputo. Il presidente del Cesena, Igor Campedelli, ha firmato ieri l’accordo con Paolo Limonta, numero uno dell’omonimo gruppo bergamasco, l’unica azienda italiana
ad aver sperimentato e brevettato il manto InfillPro Geo Plus. La particolarità è che il materiale di intaso è al cento per cento organico (quello di Novara, invece, è per il 60 per cento naturale e per il 40 termoplastico). «Il campo che realizzeremo a Cesena—anticipa Roberto Nusca, direttore generale diLimonta Sport Italia — è innovativo anche perché utilizza un filo sintetico “con ritorno di memoria”, praticamente non si appiattisce quando viene calpestato, maritrova sempre la sua forma originaria, reagisce proprio come l’erba naturale. E’ anche un campo reversibile: in caso di scelte tecniche diverse, potrà essere seminato e diventare un campo in erba rinforzata. Eppoi c’è l’intaso, completamente organico, inodore, sicuro. Oltre alla qualità delle prestazioni tecniche e sportive, garantisce tutte le condizioni per la sicurezza dell’atleta e ha un impatto zero sull’ambiente». A questo campoinnovativo si è arrivati dopo anni di studio e con la collaborazione del Certes (Centro ricerche tappeti erbosi sportivi) dell’Università di Pisa.
Conveniente – I lavori al Manuzzi cominceranno il 14 agosto, dopo il test match di rugby tra Italia e Giappone, e il campo dovrebbe essere pronto per i primi di settembre (il Cesena chiederà di giocare la prima partita di campionato in trasferta). Non sarà in sintetico soltanto il terreno del Manuzzi, ma anche quello di allenamento di Villa Silvia, per un investimento complessivo di 800-900 mila euro.Ma con la garanzia di non dover più mettere mano al portafogli per i prossimi 5-8 anni, che è la vita media di campi come questi. Se si pensa a quanto spendono Inter e Milan per rizollare il campo di San Siro quattro volte all’anno (circa un milione di euro), si intuisce la convenienza. Certo, non tutte le società vedono con favore l’espansione del sintetico, contestano soprattutto la mancanza di uniformità. E pochi mesi fa l’Udinese ha sospeso la sperimentazione sui campi di allenamento, «impraticabili a causa di pioggia e ghiaccio e alla base delle lamentele dei giocatori per i continui infortuni». E il dibattito,
è sicuro, continuerà.
Fonte: Gazzetta dello Sport
La Redazione
S.D.
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