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Serie A – Camera, scontro per chi dovrà pagare le forze dell’ordine: il DL oggi al Senato

I club di serie A, che si dicono sconcertati, sono pronti a dare battaglia. Il Decreto Legge sulla sicurezza degli stadi, approvato ieri alla Camera e che ora passerà al Senato, sarà infatti l’argomento principale dell’Assemblea di oggi in via Rosellini. Nel mirino, come noto, è finito uno dei punti del Decreto, vale a dire quello che prevede un prelievo dall’1 al 3 per cento sugli incassi globali da botteghino. Tenuto conto che la cifra complessiva si aggira sui 200 milioni di euro, si va dai 2 ai 6 milioni a carico delle società. La Lega non ci sta ed è pronta a lanciare una serie di iniziative di protesa che verranno ufficializzate oggi con una delibera. Difficile che si arrivi ad una minaccia di sciopero – magari in forma soft, ovvero con ritardo del fischio d’inizio – ma non da escludere del tutto se ci saranno almeno 14 società disposte a fare un’opposizione dura. I grandi club però sono contrari, soprattutto perché il messaggio non sarebbe recepito nella maniera giusta dalla gente. Più facile dunque che si arrivi ad altre forme di protesta, come ad esempio la chiusura del settore ospiti.

SOLO IN ITALIA. La serie A, infatti, contesta il fatto che ormai le Forze dell’Ordine garantiscono l’ordine pubblico solo al di fuori degli impianti. Mentre all’interno ci sono solo gli steward, pagati dalle stesse società. «In nessun Paese d’Europa è previsto che i club paghino la sicurezza al di fuori degli stadi», sottolinea un dirigente. Peraltro, gli stessi club della massima categoria sostengono di aver già provveduto a tutte le disposizioni ricevute negli ultimi anni, a cominciare dalla messa in sicurezza degli impianti, per cui sono stati investiti diversi milioni di euro. Tra Irpef e Irap, peraltro, la serie A versa nelle casse dello stato oltre 1 miliardo di euro: sono le tasse che pagano tutte le imprese e con le quali dovrebbe essere sostenuto l’ordine pubblico. Dunque le società sentono di provvedere già abbondantemente da questo punto di vista.

COMMENTI
. Il presidente del Coni Malagò, invece, ha manifestato solo soddisfazione: «E’ normale che i club siano dispiaciuti. È anche vero, però, che questo è un problema tutto del calcio in quanto, in altre manifestazioni anche più importanti come il Sei Nazioni di rugby, non c’è un poliziotto. Per una partita di Serie A, invece, per cui magari ci sono solo 5.000 persone, esiste un enorme dispiegamento di mezzi. Qualcosa qui non funziona». Nel Decreto, comunque, sono inserite tutta una serie di altre norme e misure come daspo di gruppo, blocco delle trasferte anche per due anni, utilizzo dei taser e arresto differito, che secondo il Ministro dell’Interno Alfano serviranno per «il calcio agli italiani. Via i violenti dalle curve. Dentro le famiglie e i bambini».

Fonte: Corriere dello sport

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