Aldo Serena tra lo scudetto e la Champions:
«Mezzo scudetto è già in tasca alla Juventus, ma i giochi non sono chiusi perché ora c’è la Champions. Ed è la vera Champions, che può incidere, perché le tensioni raddoppiano. È sempre difficile recuperare 6 punti, ma un minimo di dubbio rimane». Dall’alto dell’esperienza accumulata nella sua lunga carriera di attaccante, Aldo Serena sorride al pensiero di un campionato già destinato ad essere mandato in archivio.
Che idea si è fatto?
«Credo che la serie A di quest’anno sia legata a doppio filo alla Champions: se il Milan elimina il Barcellona, va fuori la favorita numero uno. Allora sia rossoneri che bianconeri possono davvero accarezzare il sogno di conquistare la Coppa, anche perché una tra Real e Manchester United andrà a casa e sulla carta resterebbe solo il Bayern di Monaco».
Insomma, al Napoli non resta che fare il tifo europeo per la Juventus?
«Lo scorso anno gli azzurri hanno pagato sulla loro pelle l’attrazione fatale della Champions. Il Napoli sa bene che prezzo si paga la domenica successiva a una partita giocata a quei livelli. E non è un caso che la Juve abbia perso a Roma quattro giorni dopo il successo a Glasgow».
La squadra di Mazzarri non può più permettersi passi falsi.
«Ovvio. Non ha l’Europa League, ed è un bel vantaggio. Inutile nasconderlo. Quando insegui, però, non ti è concesso sbagliare. Per esempio, col Chievo bisogna conquistare tre punti e basta. Però c’è dell’altro».
Ovvero?
«Non basta vincere. Conta anche l’aspetto mentale: il campionato si decide nelle prossime 3-4 partite. Perché se il Napoli non dovesse ridurre le distanza dalla Juve, anche di una manciata di punti, diventerebbe difficile sotto l’aspetto psicologico».
Al 90’ di Napoli-Juve cosa ha pensato?
«Di aver visto una gara divertente tra una squadra molto quadrata ed un’altra che fa dell’entusiasmo la sua forza principale ma che in questo momento deve ritrovare una condizione più brillante».
Meglio la squadra di Conte, allora?
«Ho notato una tensione differente nell’approccio alla supersfida di venerdì. Ecco, sotto questo aspetto la Juve ha mostrato di essere più forte».
Il Napoli è uscito a testa altissima.
«Ha due fuoriclasse, Hamsik e Cavani, e un gioco studiato per valorizzarli. La Juve di attaccanti non ne ha, e tutto funziona di conseguenza. Però il Napoli mi è sembrato in qualche passaggio quasi intimorito».
In questa fase, può incidere l’incertezza di Mazzarri sul suo futuro?
«Se Mazzarri fosse alla sua prima stagione in azzurro direi di sì. Ma poiché lui è l’artefice principale di questo ciclo fantastico che sta vivendo il Napoli, la risposta è sicuramente no».
Perché?
«Semplice. Mazzarri crea dei rapporti con i suoi giocatori unici, profondi, viscerali. Il tecnico toscano ha rivoluzionato il Napoli. Faccio due esempi: Aronica e Dossena, andati via da Napoli, fanno fatica a imporsi persino al Palermo. I giocatori sono consapevoli dei meriti del proprio allenatore».
Chi le ricorda?
«Trapattoni. Riusciva ad ottenere da chiunque performance incredibili instaurando rapporti stupendi. È questione di Dna, non sono calcoli».
De Laurentiis dovrà convincerlo a restare?
«Tenterei qualsiasi cosa pur di non farlo partire».
Stessa cosa per Cavani?
«È un super campione, è uno dei migliori attaccanti al mondo. Mazzarri, facendolo giocare sempre, gli ha dato un ruolo e una valenza assolute, mettendolo sopra tutti. Ma è molto importante che il suo ruolo di leader sia sempre legato a quello che fa in campo. E se non è al top deve prenderne atto e non giocare solo cercando sempre il colpo ad effetto, la giocata fine a se stessa».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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