Sepe “assolve” De Laurentiis

«STAMATTINA ho ricevuto una lettera di Giorgio Napolitano: il Presidente della Repubblica ci ha fatto gli auguri per gli 85 anni del Calcio Napoli, che festeggeremo il primo agosto», ha gongolato De Laurentiis. Tempestiva pure la visita del cardinale Sepe, che è arrivato in Trentino per salutare la squadra e ha assolto il numero uno azzurro per la sua scenata in diretta tv. «A volte anche a me scappano delle parolacce». Poi ha celebrato la Messa a bordo campo (con venti parroci al seguito) e si è sbilanciato sulle chance degli azzurri, parlando da tifoso. «Lo scudetto? Chi lo vincerà lo sa solo il Signore: dico che possiamo farcela. La nostra forza è sempre stata lo spirito di gruppo. A cominciare da Cavani, che segnerà altri 150 gol. Abbiamo un ottimo tridente. Spero che con gli acquisti di quest’anno si possa fare una bellissima figura in Europa e in campionato. E ad Hamsik auguro di rimanere per altri 24 anni». Sepe, prima di ripartire, ha pranzato con Walter Mazzarri e i giocatori, cedendo poi il proscenio a De Laurentiis. Il presidente ha scambiato quattro chiacchiere in tribuna con i tifosi presenti a Dimaro. «Ho contestato il sorteggio per tutelare tutte le squadre italiane che giocano nelle coppe europee, non solo il Napoli. I calendari si dovrebbero fare alla luce del sole, non di nascosto. Preziosi? Non sparo sulla Croce Rossa. Con Abete ho parlato della panchina più lunga e del calcio femminile. Purtroppo il nostro movimento resta immaturo ». Di dubbio gusto solo il siparietto con una fan. «Se torna Lavezzi il 4 agosto? Fatti trovare nuda e vedrai che il Pocho arriva di sicuro…». Ma è rimasta una parentesi. Non era un giorno di eccessi, per De Laurentiis. La sua disamina sui mali del calcio italiana è stata pacata e lucida. «I miei colleghi presidenti litigano per un tozzo di pane e non si dimostrano dei veri industriali. Nessuno mi può togliere la cultura dell’impresa, altrimenti in questo calcio investirò meno soldi. Venti squadre in serie A sono troppe. Fare cinema non è una colpa, ma un atout. Non temo rappresaglie, ho le spalle larghe. Sono entrato dalla porta di servizio della C e me ne vanto. Ho dimostrato che pure a Napoli si può lavorare bene. Mi offende sentire dire a Galliani che nel calcio si perdono per forza i soldi, io non ci rimetto. Alleati? Ho già dalla mia parte 12 milioni di tifosi nel mondo». Finale dedicato al mercato. «Mazzarri dice che stiamo bene così, ci siamo rinforzati in difesa e a metà campo. Siamo in tanti ad aspirare al terzo posto dopo Milan e Inter, che sono sicuramente le più forti».

Fonte: Republica

La Redazione

D.G.

Vesux

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