Ci siamo: con sei partite in 17 giorni per il Napoli e per Rafa Benitez scatta l’ora del turnover. Nessuna rivoluzione in vista della partita di giovedì con il Porto in Europa League, ma sarà necessario andare fino in fondo alla rosa nelle scelte delle prossime settimane per dosare energie. Tutto sommato lo spagnolo, anche se non lo nomina mai, vuole scavare tra sè e il suo predecessore, Walter Mazzarri, un solco incolmabile: lui, dice a chiare lettere nelle sue scelte, alle coppe non rinuncia. Mai. Anche a costo di perdere qualche punto in campionato. Al contrario del tecnico di San Vincenzo che fece imbufalire i tifosi del Napoli un anno fa con il suo turnover totale prima della sfida con il Viktoria Plzen.
Chiaro, però, che d’ora in avanti invece mancherà il tempo per rifiatare, quindi le scelte dell’allenatore si fanno ancor più delicate. La banda degli attaccanti, Mertens, Pandev, Hamsik, Callejon, Insigne, Higuain e Zapata, fa riflettere Rafone: la società ha consegnato allo spagnolo uno degli attacchi più forti della serie A. Benitez ha messo subito le cose in chiaro: «Con il turnover ci sono benefici per tutti. Non sarà sistematico: ognuno potrà fare più partite di seguito, poi dovrà fermarsi e rifiatare. Voglio tenere alto il livello generale». Non è detto, insomma, che quelli che hanno giocato domenica sera con la Roma vadano in panchina giovedì. Ovvero, non è detto che Insigne sia favorito rispetto a Mertens e che Pandev lo sia su Hamsik.
Ma attenzione: non è solo una questione fisica. Bisogna tener conto anche delle valutazioni tattiche e psicologiche. Le ambizioni del Napoli dipendono in gran parte da queste. Turnover che, lo si voglia o no, è un sistema che adesso Benitez non può non utilizzare. Con una squadra non giovanissima anagraficamente, il rischio è quello di rimanere sulle gambe. E poi, quando gestisci un gruppo che è nato da poco tempo, creare una fascia di scontenti per poco spazio ha il suo costo in termini di serenità dello spogliatoio. Morale: in Portogallo sarà importante vincere, sarebbe uno scatto probabilmente risolutivo nella corsa alla qualificazione ai quarti di finale.
Non è un caso che il tecnico rifiuti nella sua testa l’idea di una formazione titolare blindata. Al fianco di Higuain allora, potrebbe esserci il macedone Pandev, visto in palla in allenamento, che riconquisterebbe un posto dal primo minuto a distanza di un bel po’ dall’ultima volta da titolare. E allora pare scontato in difesa il ritorno di Reveillere al posto di Ghoulam. Coppia centrale potrebbe essere Britos-Henrique e a centrocampo spazio al rientro, assai probabile, di Behrami e alla conferma di Dzemaili. Hamsik parla della sfida in Europa League, intanto: «Contro il Porto è una gara importante, noi stiamo bene e contro di loro dobbiamo dimostrare i grandi progressi fatti nella serata con la Roma. Anche tra due giorni dovremo mostrare la stessa pazienza e tranquillità: attendere che arrivi la chance giusta per colpire e affondare gli avversari. Vogliamo fare più strada possibile», ha spiegato sul suo blog in slovacco.
Benitez tornerà a soffermarsi ancora con Marek, perché l’enigma di questi giorni continua ad essere il rendimento di Hamsik, che appare ancora un lontano parente rispetto a quello ammirato fino a qualche mese fa.
Fonte: Il Mattino.
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