Gol numero sei in campionato, la seconda doppietta dopo quella in casa del Genoa: Goran Pandev va all’inseguimento di Callejon e Higuain, gli amici del tridente che lo precedono nella graduatoria dei bomber. Il macedone è tornato, intraprendenza e scatto (strano a dirsi per uno come lui, che non è mai stato un fulmine di guerra) sono quelli di inizio stagione, che lo avevano consacrato titolare fisso.
«Mi sento bene, sto in forma, i gol poi aiutano a migliorare la condizione»: il pensiero di Pandev nel giorno delle 100 presenze in maglia azzurra. Nel momento della disperazione, Rafa Benitez si è affidato a lui per sopperire alle lacune di gioco e al vuoto lasciato da Hamsik, che ne avrà probabilmente fino a fine mese. E il contrattempo, gioco forza, ha lanciato nuovamente Goran il macedone nell’undici titolare.
«Sono felice perché gioco, tutti noi vorremmo giocare sempre. Ma purtroppo quello che conta è vincere». Per continuare a inseguire la Juventus, che non molla di un centimetro e per urlare al campionato che il Napoli vuole esserci.
Pandev si è caricato la squadra sulle spalle, nella serata in cui le altre bocche di fuoco non erano particolarmente ispirate. Almeno sotto rete. Insigne maluccio, più fumo che arrosto, a conferma di un periodo non particolarmente brillante. Come Callejon, che si fa apprezzare particolarmente in fase difensiva. Senza Marek, tocca a Pandev farne le veci e la missione finora sta andando a buon fine. Due partite sugli scudi, che l’hanno visto assoluto protagonista. Contro la “sua” Lazio ha segnato e dipinto assist al bacio sulla trequarti, ieri ha fatto salire di tono le giocate offensive degli azzurri e garantito spessore quando era il momento di tenere palla e rifinire.
E poi i gol. Visti al rallentatore, sembrano in fotocopia: quello di Roma e i due all’Udinese. Palla nell’area piccola, piroette su sé stesso e sinistro a incrociare: come è caduto Marchetti, ha alzato bandiera bianca anche Brkic. Tocchi felpati, di sinistro ovviamente, accoppiati a una precisione millimetrica: la specialità di Pandev. Peccato non siano bastati questa volta per portare a casa i tre punti, colpa ancora una volta di madornali errori in difesa dei quali il Napoli si macchia ripetutamente. Pandev il suo l’ha fatto e questa volta ha svolto il compito meglio di altri: incoraggiano lo scatto breve finalmente decisivo e la capacità di far salire la squadra.
Goran ha esultato dopo il secondo gol, correndo spedito verso la telecamera posizionata a bordo campo e indirizzando baci alla moglie e ai figli. Il secondo tempo non è stato all’altezza del primo, non poteva esserlo per intensità e dispendio di energie. Si è sacrificato nella propria metà campo, s’è arrabbiato di brutto quando Gervasoni gli ha sventolato in faccia il cartellino giallo ma ormai non ne aveva più: più incredulo che sorpreso ha assistito alla debacle dei compagni, tanto impacciati quanto distratti nel concedere la doppia rimonta all’Udinese. Segnare due gol, essere il migliore in campo e regalare comunque due punti così, non rende felice nessuno. E la faccia con la quale Pandev ha lasciato ieri gli spogliatoi, valeva più di mille imprecazioni.
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