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Sebino Nela: “Il Napoli può centrare il terzo posto e vincere la Coppa Italia”

L'ex difensore del Napoli: "A me piacciono i tre tenori"

Hulk in percussione, difficile fermarlo e azzardato metterci la gamba. Le sue avanzate travolgenti ai napoletani sono rimaste ben impresse nella retina. Un carrarmato completo di cingoli che arava le due corsie esterne indifferentemente, e quando poteva faceva partire bolidi supersonici. Peccato che nei due anni in azzurro ci siano state solo poche occasioni per Sebino Nela, ma tanto affetto da parte della tifoseria che lo accolse subito con un calore che gli fa ancora meraviglia.

Non se lo aspettava vero?
«Sapevo bene a cosa andassi incontro. Questo pubblico eccezionale lo avevo vissuto da avversario, per giunta facendo più di un gol al Napoli con la maglia della Roma. Mai però mi sarei aspettato, nella mia prima al San Paolo, un coro di 60mila persone che gridavano il mio nome. Napoli è sempre unica»

Facciamo un balzo giusto di vent’anni, visto che lei a Napoli è arrivato nel 1992. Domani sera Napoli e Roma, tappe fondamentali della sua carriera assieme al Genoa, s’incrociano. Che partita sarà?
«Una sfida nevralgica per l’Europa. Quella famosa ormai per la musichetta. A questo punto del campionato ci sono valide motivazioni per entrambe, il terzo posto fa gola anche se bisogna fare dei distinguo. La Roma ha perso terreno ultimamente in questa sorta di campionato nel campionato. Punti persi soprattutto rispetto al Napoli, che adesso vedo leggermente favorito nella volata finale. Peraltro la squadra di Mazzarri ha ripreso a macinare gioco e punti. Sono tornati cinismo e concentrazione, e di conseguenza si è sanata quella perforabilità che aveva di recente sollevato cori allarmistici». 
Cosa è successo allora a questa squadra che, nelle ultime battute, sta ritrovando lo stato di grazia?
«Quando il Napoli prendeva gol su gol, subito la difesa è stata fatta salire sul banco degli imputati. Per me non è così. Era tutta la squadra un po’ in panne, non solo il reparto arretrato. Bisognava che si ritrovassero, e così sta succedendo. Gli impegni a ripetizione, la pressione della gente, l’uscita di scena dalla Champions, rappresenterebbero per chiunque una miscela esplosiva. L’impasse che ne è seguito è sicuramente fisiologico e per me non ha riguardato solo la difesa. Bisogna pur fermarsi per far rimarginare le ferite, o sbaglio?» 
No, non sbaglia. Ma, allora, domani sera cosa si vedrà?
«Due squadre che sicuramente scenderanno in campo per un solo risultato. La vittoria. Se è vero che c’è una Napoli in chiara ripresa, è anche vero che la Roma e Luis Enrique devono provare subito a rialzarsi davanti al pubblico di casa. Perché, in caso contrario, la contestazione potrebbe lievitare e creare non pochi problemi al progetto che tutti sembrano sostenere ad oltranza. Paradossalmente, la Roma dovrebbe essere più motivata degli avversari che, invece, potrebbero consolarsi con la Tim Cup».

Perciò ci daranno dentro…
«Penso proprio di sì. E’ il classico crocevia. Se la Roma perde va fuori da questo obiettivo. Se dovesse perdere il Napoli le cose si complicherebbero ma non in via definitiva. Mi aspetto un match combattuto su ogni pallone con i giallo-rossi a fare la partita, fatta di fraseggi, e gli azzurri ad aspettare per poi innescare la catapulta. All’andata andò bene a Totti & C, e quindi il Napoli starà più attento».

Il terzo posto per i partenopei significherebbe ancora Champions. In quel caso si dovrà cambiare registro?
«Premetto che il Napoli ha disputato una Champions al di là dell’ipotizzabile, mettendo in chiara difficoltà entrambe le finaliste. E mi domando ancora come sia andato fuori col Chelsea dopo un’andata strepitosa. Detto questo, aggiungo che in caso di Champions rinnovata, sia Mazzarri che la società di sicuro troveranno giovamento da questa prima esperienza. La rosa va di certo adeguata, perché non completa per arrivare in fondo. E poi una grande squadra non deve dipendere solo da un paio di giocatori». 

Da chi ripartire allora?
«Per me Cavani, Hamsik e Maggio sono tre campioni. Insostituibili».

E Lavezzi?
«Grandi numeri, però quei tre sono i miei preferiti».

Domani sarà all’Olimpico. Da che parte guarderà ?
«Sono genoano anzitutto. Simpatizzante per entrambe ma sarò assolutamente imparziale visto che commenterò la partita per la televisone».

Tre settimane e poi ancora l’Olimpico.
«La Finale di Coppa Italia? Sarà una grande partita. Napoli più motivato se la Juve dovesse, come credo, accaparrarsi il tricolore. Occasione propizia per riaprire finalmente la bacheca». 

Fonte: Corriere dello Sport

La Redazione

A.S.

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