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“Scugnizzeria in progress”: occhi puntati sulle final eight dei Giovanissimi Nazionali

Gioventù pregiata, da poco cercata e un po’ già trovata. Solo un assaggino però, che ha il sapore di prelibatezza, se appunto il suggestivo antipasto è costituito dai Lorenzo Insigne, dagli Ammendola, i Ciano e Maiello. Piccoli talenti crescono, ed anche in fretta, coadiuvati dal desiderio di spaccare il mondo (calcistico) da quella fame inesauribile che sostiene al meglio menti e fisici. Appropriato e fondamentale concime, con cui i boccioli diventano presto fiori variopinti e molto ricercati. De Laurentiis spinge per la “cantera” e da oggi occhi puntati sulle final eight Giovanissimi Nazionali a Chianciano

FRIGGERE CON L’ACQUA -Di solito, quando scarseggiano le materie prime, parte la metafora: “friggere il pesce con l’acqua” (che potrebbe pure avere il suo gusto…) e un po’ così si è fatto dagli anni della rinascita, quelli dell’inizio in serie C. Sette anni per arrivare in Champions e disputarla come meglio, forse, non si poteva, per ospitare il Chelsea dopo il battesimo col Cittadella.

In principio nemmeno il concetto di campo d’allenamento per la prima squadra era ben definito e, naturalmente, il lato più “giovanile” della questione non figurava in cima alla lista delle priorità. Anche se, va sottolineato, pur scarseggiando gli investimenti destinati allo scouting (e non poteva essere altrimenti) quel “friggere con l’acqua” ha dato frutti (e fiori) a dir poco inaspettati. Anche agli albori, visto che la Berretti con ad esempio Vitale in campo, nel 2005, appose in bacheca lo scudetto di serie C. Cosa di certo non da poco.

IL COLPACCIO -Quello di Giuseppe Santoro, l’allora responsabile del settore giovanile, e dal luglio 2009 Team Manager della prima squadra. Talent scout d’eccezione, cui non sfuggiva nemmeno l’ago nel pagliaio, riuscì a portar via Lorenzo “il Magnifico” per gli ormai storici 1500 euro quando era nell’Olimpia Sant’Antimo (2006). Lungimiranza e senso degli affari, uniti ad un fiuto straordinario e propiziatorio di altre vincenti intuizioni, quelle che abbiamo menzionato più su. Il tutto senza “money” ma con tantissima passione. E per Santoro il primo amore è quello che conterà sempre, perché lo scouting gli è rimasto nel sangue ed ha trasmesso i preziosi geni a Gigi Caffarelli.

Adesso, dopo aver fraseggiato con un certo Maradona, è lui che va per campetti di periferia e provincia, con l’occhio a lunga gittata di chi s’aspetta prima o poi il quadrifoglio d’oro. L’Insigne “bis” per intenderci. Ed oltre a questo, anche un sostanzioso passo avanti a livello d’investimenti nel settore, strada percorribile senza meno, tenute presenti le parole del presidente alla fine del campionato: “per i giovani sempre più spazio nel Napoli del futuro”, un futuro che già incomincia a vestire i panni del presente.

IL PROSSIMO CIAK -In quel Napoli del primo scudetto, oltre a Caffarelli, c’era anche Ciro Muro, attuale trainer dei Giovanissimi Nazionali. Adesso collegati nell’avventura Napoli, quella di scovare talenti e valorizzarli. Ma è tempo di “final eight” dei Giovanissimi Nazionali. Sono partiti in 30 (29 del ’97 e uno del ’98) per la nuova avventura a Chianciano Terme, in un torneo ad otto squadre, da cui sortirà la finalissima scudetto del 28 giugno allo stadio Abbadia San Salvatore, dove oggi alle 18, c’è Napoli-Torino. E poi il Milan (giorno 22) e l’Empoli il 24. Questi gli incroci del girone B, quello degli azzurrini, mentre nell’altro sono inserite Inter, Juve, Reggina e Roma.

Per la vittoria finale Inter e Juve sembrano le più attrezzate, ma in questo Napoli sempre più “green” e sbarazzino, figurano individualità da seguire e coltivare con pazienza, come Palumbo, i fratelli De Simone, Bifulco, il capitano De Iorio, Lombardi. Alla loro età sognare non è lecito ma obbligatorio.

 

Fonte: Corriere dello sport

La Redazione

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