Massimo Corcione per “Il Mattino”
“Troppo facile dire che sono mancati i gol di Cavani. Ingiusto, soprattutto, scegliere come alibi la provvisoria astinenza del capocannoniere del campionato. E per il Napoli sarebbe inconcepibile scegliere la resa dopo il pareggio con la Juventus al San Paolo. Grande squadra si diventa anche inseguendo l’impossibile, progettando rimonte che sembrano scontrarsi con la logica. Mazzarri, negli spogliatoi venerdì notte, ha ipotizzato, un po’ sottovoce, cinque vittorie consecutive, come unica strategia per rendere reale ciò che oggi appare irrealizzabile: l’aggancio alla Juventus campione, alla formazione più solida che la serie A possa esibire pure in Europa. E proprio la distrazione, la dolce distrazione della Champions può trasformarsi nell’alleato più insperato per il Napoli. Successe così l’anno scorso, ma a parti invertite. Allora fu il Napoli a essere ammaliato dalla sirena europea, la conquista dei quarti di finale fu l’illusione che paralizzò squadra e città. La Juventus dall’Italia guardava e si rigenerava. Chiedere conferma al Milan, costretto dallo scudetto juventino a chiudere un’era e ad avviare la ricostruzione appena passata per l’ingaggio di Balotelli. Ma la guerra (sportiva) non può essere combattuta studiando i testi di psicologia. Occorre vincere, fare gol, essere impietosi quando si può affondare l’avversario sotto il colpo di un gol che chiuda una rimonta dispendiosissima. Vietate le ironie sul blitz in Terrasanta di Cavani, ma che cosa sarebbe accaduto se Dzemaili avesse chiuso in gol quell’azione nel secondo tempo? E’ solo un rimpianto, non un argomento, rende però l’idea di quanto poco sia mancato al Napoli. Questione di testa o questione di piedi? Dalla risposta dipende molto, anzi tutto. L’errore fa parte del gioco, chiunque l’abbia commesso, come la prodezza di De Sanctis che ha impedito a Vucinic di raddoppiare, ma sbagliare per paura o per eccessiva riverenza sarebbe preoccupante.Sul campo le distanze tra Napoli e Juventus sono apparse inferiori ai sei punti che separano le due squadre in classifica. Manca al Napoli qualche vittoria dilapidata qua e là, perfino al San Paolo dove pure gli avversari, certi avversari, partono sempre con l’handicap. Lo spettacolo offerto all’interno dello stadio ha conquistato chiunque sia passato da lì per la grande sfida, quel Vesuvio di passione merita di accendersi di nuovo per un’Impresa. Se quel giorno ci fosse in panchina Mazzarri sarebbe il massimo. Il manager di lungo corso in Italia non riesce a trovar cittadinanza, eppure certe storie andrebbero vissute dall’inizio alla fine, al lieto fine. Il Napoli e Mazzarri ci sono vicini, ma le voci su un futuro da separati continuano a percorrere l’Italia attraversando tutte le nuove possibili destinazioni dell’allenatore. Anticipare la soluzione del mistero, magari nel verso del rinnovo, toglierebbe alla squadra quel senso di precarietà che la mancanza di certezza sempre porta. In fondo ci vuole poco per stare meglio”.
La Redazione
P.S.
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