«È stato molto doloroso sul piano umano tagliare Criscito dal gruppo dei 23 azzurri». Il ct della Nazionale, rimasta ieri a riposo (cancellata l’amichevole con il Lussemburgo a Parma dopo le scosse di terremoto in Emilia, la comitiva è rientrata nel ritiro di Coverciano), è tornato sull’esclusione del difensore dello Zenit San Pietroburgo, indagato dalla Procura di Cremona. «Non potevamo però addossargli la responsabilità di portarlo in giro per l’Europa, abbiamo voluto offrirgli una protezione. Lui mi ha subito detto che non c’entrava nulla e noi crediamo a Mimmo», le parole del ct, intervistato dalla Rai nella mattinata di ieri, subito dopo la diffusione dell’elenco dei 23 convocati per gli Europei.
Quanto alle foto che ritraggono Criscito all’esterno di un ristorante genovese con un pregiudicato bosniaco e un gruppo di ultrà rossoblu prima della partita che sarebbe stata persa contro la Lazio all’Olimpico, «saranno gli stessi giocatori a dire perchè erano in quel posto, con quei tipi dall’aspetto losco. Ma la cosa più fastidiosa – ha voluto puntualizzare Prandelli – è che qualcuno abbia accostato la vicenda di Bonucci a quella di Criscito. Lo ribadisco, lui non ha ricevuto alcun tipo di avviso e per questo viene con noi all’Europeo».
Ora Prandelli deve allenare il fisico degli azzurri, ma anche la mente. «Il paragone col 2006, lo ripeto, mi pare un luogo comune: si dice che nei momenti particolari il gruppo si compatti e io me lo auguro. Ma non credo alla teoria secondo cui ”gli italiani si esaltano nelle difficolta”. Noi ci esaltiamo nella serenità…». Sei anni fa, alla vigilia dei Mondiali in Germania, era scoppiata Calciopoli, che coinvolse la Juve, alcuni procuratori (tra cui il figlio del ct, Davide Lippi), e c’era stata anche un’indagine su alcune scommesse fatte da Buffon. Alla fine, il 9 luglio 2006, dopo la finale ai rigori vinta contro la Francia, Fabio Cannavaro alzò al cielo la Coppa.
Gli azzurri della Juve hanno scelto il silenzio di fronte alla vicenda Conte. «Decisione da rispettare, dovremmo adottarla anche noi. Ma siamo l’Italia, siamo obbligati a metterci la faccia anche nei momenti più scomodi. Dobbiamo affrontare i temi più spinosi con la dignità di persone che fanno il proprio lavoro nel modo più serio possibile. Questi giocatori sono ragazzi – la considerazione del ct – con la loro sensibilità. Però hanno una fortuna: hanno, abbiamo il campo, dove sfogare le tensioni. Quando hai smaltito la fatica mentale, puoi giocare a calcio». Non vuole fare la parte di chi si sente danneggiato, Prandelli. «Danneggiato io? L’importante è far capire alla gente la nostra intenzione: dobbiamo fare pulizia».
In mattinata sulla questione legata alla convocazione dello juventino Bonucci, chiamato in causa dall’ex Masiello per un presunto giro di scommesse sulla partita Udinese-Bari, era intervenuto anche il presidente Giancarlo Abete. «Non risulta che ci siano situazioni ostative per Bonucci», ha detto il massimo dirigente della Federcalcio. Che ha anche fatto un riferimento ai contatti tra i giocatori e personaggi legati al mondo delle scommesse: «Sono senz’altro comportamenti inaccettabili. Quando si ha un ruolo, bisogna stare attenti a queste cose. Spesso fanno più danni gli ambienti che si frequentano che non i propri limiti o mancanze. Certe frequentazioni sono inaccettabili. D’altra parte, se cosiddetti ultrà intimano a propri giocatori di perdere per guadagnar soldi, tanto la squadra è già retrocessa, non sono neanche ultrà ma delinquenti. E come tali dovrebbero essere travolti dai tifosi».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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