L’appuntamento con la storia. Quello che non vuoi mancare. O meglio, la gara che non vuoi fallire. Il ricordo di Romeo Menti, campione di una Juve Stabia che fu (in gialloblù con lo Stabia che vinse il torneo dell’Italia liberata del 1945), ma anche di quel Grande Torino che la tragedia di Superga ha contribuito a far diventare leggenda; il pubblico delle grandi occasioni con lo stadio vestito a festa (oltre 4000 i tagliandi venduti fino a ieri), l’attenzione dei media nazionali, e del torneo cadetto, insomma, gli elementi per definire la sfida tra i gialloblù di Braglia e i granata di Ventura una gara di cartello ci sono proprio tutti.
Al di là dei valori, della classifica: «Se dovessimo guardare queste due cose – ha ribadito Braglia – potremmo anche starcene a casa». Vuole la gara della vita, quella che può consegnarti agli annali del calcio stabiese, ai suoi ha chiesto di tornare ad essere la vera Juve Stabia: «In questa partita non basta essere arrabbiati, dobbiamo essere arrabbiati per davvero. Riprendere a fare quel che sappiamo, a correre, a metterci grinta, determinazione, motivazioni. Loro non buttano mai la palla, grande organizzazione di gioco, è questo quello di cui bisogna aver paura, al di là del valore dei singoli».
Il Menti pieno, eppure davanti al pubblico delle grandi occasioni gli stabiesi hanno spesso pagato dazio sotto l’aspetto caratteriale: «Se abbiamo paura di giocare davanti a tanta gente, non possiamo fare la B. Dobbiamo solo essere contenti che ci sia lo stadio pieno, e ai tifosi dico di fare tanto baccano, fino al novantesimo. Sono loro che devono annullare il gap tecnico tra le due squadre». Aveva annunciato fuoco e fiamme, Braglia, alla vigilia, con possibili esclusioni. Alla fine, a parte gli infortunati Erpen, Scognamiglio, Davì e Ceccarelli, i veri epurati sono Raimondi e Mbakogu, non all’altezza nelle ultime apparizioni. Torna, invece, tra i disponibili, il centrocampista Di Tacchio, titolare nel match di andata, all’Olimpico.
Dopo i cambiamenti di Pescara e Ascoli (ma al Del Duca il 3-4-3 durò meno di un tempo), si torna all’antico, ed al 4-4-2 che ha fatto le fortune della Juve Stabia quest’anno. Colombi confermatissimo, davanti a lui Baldanzeddu, Molinari, Maury e Dicuonzo. A centrocampo gli unici dubbi: Mezavilla e Zito titolari, mentre Scozzarella-Caserta e Falcinelli-Tarantino sembrano i due nodi da sciogliere. In entrambi i casi favoriti i primi due, soprattutto per dinamicità e determinazione che potranno mettere sul piatto per convincere il tecnico. Coppia rodata in attacco, con Sau e Danilevicius insieme dal primo minuto. Cancelli aperti dalle 12.30, la Juve Stabia proverà a matare… il Toro.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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