Dopo la conferma, arrivata mercoledì con la grande sfida con l’Inter che ha fruttato il pass per la semifinale di Coppa Italia , della teoria secondo la quale il Napoli si desta dall’assopimento solo nei big match, quindi contro squadre assai temibili sulla carta, la Mazzarri band è chiamata a dare continuità ai suoi risultati, per cercare di sfruttare gli esiti provenienti da altri campi, quello di Verona per esempio, che attende la Lazio, o ancora quello, già archiviato, dello “Juventus Stadium” dove la vecchia signora prosegue la sua marcia rifilando un 2-1 all’Udinese. Insomma Roma, Napoli e Inter hanno un’ottima occasione per ridurre la distanza dal terzo posto.
Con una partita contro i nerazzurri tre giorni fa e un’altra con il Cesena a metà settimana, il Napoli si trova una serie di partite tutte vicine tra loro, e non è più consentito sbagliare. Servono punti per inseguire traguardi che lo scorso anno sono stati raggiunti con grande entusiasmo, anche se per la verità le recenti interviste fatte a presidente e coach azzurri hanno evidenziato altre intenzioni. Comunque, la classifica va vista di giornata in giornata, e senza essere troppo lungimiranti, la classifica si vedrà tra qualche mese, e vedremo dove il Napoli è realmente arrivato, oltre a verificare la sua presenza anche in altri contesti. Per la sfida di domani Marassi potrebbe aver qualche sorpresa in serbo per i rossoblu, che avranno sicuramente ancora fresca la ferita del 6-1. Con in porta De Sanctis, il trio difensivo sarà composto ancora una volta da Campagnaro, Cannavaro e Aronica. In linea mediana dovrebbero schierarsi Inler e Gargano, anche se l’altisonante esclusione dall’undici titolare dello svizzero in favore del connazionale Dzemaili si fa sempre più possibile. Sulle corsie potrebbe esserci l’avvicendamento sulla sinistra con Zuniga al posto di Dossena e Maggio sull’out destro. Forse anche studiando il precedente incontro il tecnico toscano potrebbe aver in mente di inserire Pandev, giocatore determinante l’ultima volta, dall’inizio, con Lavezzi e Hamsik, concedendo a Cavani la possibilità di sedere in panchina e rifiatare un po’. Ovviamente la certezza non si ha, quindi la probabilità di vedere i “tre tenori” in campo con il macedone tra i sostituti è comunque alta, anche perché dare per scontato che si possa avere dinnanzi la stessa squadra di fine dicembre sarebbe un errore di valutazione imperdonabile che non potrebbe portare altro che guai. Non convocati Donadel e Santana, che oramai sono sempre più ai margini della squadra e in cerca di sistemazione.
Dopo quel devastante 6-1 Preziosi, patron del Genoa, esonerò Alberto Malesani, al quale toccò l’ingrato compito di fare da capro espiatorio di una situazione che non aveva fatto gioire la società. Andrebbe sottolineato, però, che l’ex allenatore del Genoa non aveva tutte le colpe, poiché quasi tutta la difesa era fuori, e con Palacio indisponibile l’attacco non aveva il mordente adatto alla sfida con i partenopei. Così, domani non sarà lui a guidare i ragazzi verso la “vendetta”, ma ci sarà Pasquale Marino, che come il suo predecessore deve fare i conti con diverse assenze importanti, a cominciare proprio dalla difesa. Con Frey a guardia dei pali, la difesa riconquista Kaladze che scenderà in campo al fianco di Granqvist, con Mesto e Moretti esterni, ma non recuperano ancora il titolare Dainelli e Bovo, oltre ad Antonelli. Marco Rossi poi, capitano e anima della squadra, è stato lasciato a casa per concedergli un tranquillo periodo di riposo e recupero dall’infortunio. Con Kostant e Veloso fuori (anche loro!) il Genoa presenterà un centrocampo fatto da qualsiasi tipo di giocatore: c’è il nuovo arrivato, Biondini, che ha cambiato solo lo stemma (da Cagliari a Genoa) ma non i colori, il giovane Seymour, l’interessante e dall’Inter bramato Kucka, e il figliol prodigo Giuseppe Sculli, di nuovo alla corte del Marassi dopo l’avventura laziale. In avanti il neoacquisto Alberto Gilardino farà coppia con Rodrigo Palacio per un esplosivo tandem offensivo che promette quantomeno gli straordinari per la retroguardia azzurra. La promessa Jorquera, autore del gol della bandiera all’andata, siederà in panchina.
Mettendo da parte quanto accaduto al San Paolo nell’ultima partita del 2011, dove a far visita ai partenopei era una squadra, ricordiamolo ancora, priva di diversi giocatori chiave e con un allenatore che aveva le mani legate in fatto di scelta dei giocatori da schierare, i partenopei devono affrontare una squadra comunque “giovane”, da un lato perché è da un mese che Marino siede in panchina, che non è moltissimo, e da un altro invece perché ci sono nuovi volti in questa squadra che ha sempre detto la sua in chiave di mercato proprio per competere per determinate posizioni. Il tallone d’Achille di questa squadra potrebbe essere identificato nella loro metà campo, dal centrocampo ad andare indietro, poiché Kaladze potrebbe soffrire la velocità degli attaccanti azzurri, e si sa, Lavezzi è uno che di queste cose ne approfitta fino in fondo. Questo è un punto debole che può portare i tre punti, essendo sulla carta l’arma delle ripartenze, domani, quanto mai utilizzabile.
Dirigerà l’incontro il signor Rocchi di Firenze.
GENOA (3-5-2):
Frey; Granqvist, Kaladze, Moretti; Mesto, Biondini, Seymour, Kucka, Sculli; Gilardino, Palacio.
A disposizione: Lupatelli, Sampirisi, Jorquera, Jankovic, Pratto, Zé Eduardo, Birsa.
All. Marino
NAPOLI (3-4-2-1):
De Sanctis; Campagnaro, Cannavaro, Aronica; Maggio, Dzemaili, Gargano, Zuniga; Pandev, Hamsik; Lavezzi.
A disposizione: Rosati, Fernandez, Britos, Inler, Dossena, Vargas, Cavani.
All. Mazzarri
Emanuele Romolo Criscuolo
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