Napoli e il Napoli sognano aspettando la prossima stagione, l’arrivo di Benitez ha portato un enorme entusiasmo in città, il tecnico spagnolo è il personaggio calcistico più importante mai arrivato all’ombra del Vesuvio negli ultimi 20 anni, l’allenatore che può vantare il palmares più prestigioso nella lunga storia azzurra.
Tutti in città conoscono ormai la lunga bacheca dello spagnolo, meno attenzione è stata posta sul modulo del tecnico, dando per scontato il 4-2-3-1 visto con l’ultimo Chelsea. Ma si può pensare al tecnico spagnolo come un fondamentalista del 4-2-3-1, o in alternativa quali varianti tattiche ha utilizzato in carriera? E che tipo di giocatori predilige sugli esterni?
Risponderemo a queste domande alla fine, ripercorriamo la storia delle sue squadre a partire dalla formazione del Valencia, due volte campione di Spagna e vincitore dell’Europa League.
19/05/2004 Valencia Ol. Marsiglia Europa League
VALENCIA (4-4-2): Canizares; Curro Torres, Ayala, Marchena, Carboni; Rufete, Baraja, Albelda, Vicente; Mista, Angulo
Il Valencia di Benitez scendeva in campo con un 4-4-2 puro, con due punte di sacrificio come Angulo e Mista, e due esterni puri ai lati, il mancino Vicente a sinistra e Rufete a destra. Il giocatore chiave era senz’altro Baraja, con i suoi inserimenti in zona gol sopperiva alla scarsa prolificità degli attaccanti.
L’anno dopo Benitez decide di non rinnovare col Valencia e arriva al Liverpool: è subito trionfo in Champion’s League.
Questa la formazione del 2005:
25/05/2005 Milan-Liverpool Champion’s League
LIVERPOOL (4-4-2): Dudek; Finnan (1’st Hamann), Carragher, Hyypia, Traorè; Luis Garcia, Gerrard, Xabi Alonso, Riise; Kewell (22’pt Smicer), Baros (40’st Cissè)
Lo schieramento del primo Liverpool è praticamente lo stesso visto a Valencia, con un po’ più di qualità nel mezzo, con un regista come Xabi Alonso al posto di un mediano di rottura come Albelda. Ci sono ancora due attaccanti più bravi nel gioco corale che in zona gol, un mancino a sinistra come Riise, Gerrard nel ruolo ricoperto da Baraja l’anno prima.
23/05/2007 Milan-Liverpool Champion’s League
Liverpool (4-4-1-1): Reina; Finnan (43’ st Arbeloa), Carragher, Agger, Riise; Pennant, Mascherano (32’ st Crouch), Xabi Alonso, Zenden (14’ st Kewell); Gerrard; Kuyt.
Il secondo Liverpool di Benitez è la squadra più difensiva schierata dal tecnico. Rafa inserisce un uomo d’ordine come Mascherano in mezzo al campo, rinunciando a una delle due punte, e lasciando maggiori libertà a Gerrard. Sugli esterni il tecnico utilizza ancora due esterni di ruolo, ancora una volta a sinistra c’è un giocatore di piede mancino come Zenden.
Dopo due anni tortuosi al Liverpool e un anno di stop Benitez arriva in Italia, sponda nerazzurra. Non arriva nessuna delle sue richieste durante la campagna acquisti, per questo per la prima volta in carriera Benitez va in confusione passando da un iniziale 4-2-3-1 al 4-3-1-2 nella seconda parte della sua breve esperienza nerazzurra.
14/11/2010 Milan-Inter Serie A
INTER (4-3-1-2) Castellazzi; Córdoba, Materazzi (68′ Biabiany), Lucio, Chivu; Obi (36′ Coutinho), Zanetti, Stankovic; Sneijder; Milito (46′ Pandev), Eto’o All. Benítez
Con Eto’o non più disponibile a giocare nel ruolo di esterno sinistro e i giovani Biabiany e Coutinho ancora troppo acerbi, Benitez gioca le partite più importanti con il 4-3-1-2. E’ l’unica parentesi in carriera senza esterni alti.
Dopo la pessima parentesi nerazzurra il nome di Benitez torna sulla cresta dell’onda grazie alla vittoria in Europa League sulla panchina del Chelsea. Questa la formazione della finale:
15/05/2013 Chelsea-Benfica Europa League
Chelsea (4-2-3-1): Cech; Azpilicueta, Cahill, Ivanovic, Cole; David Luiz, Lampard; Mata, Ramires, Oscar; Torres.
Tra le formazioni analizzate sinora questa è sicuramente quella più offensiva. Lampard riportato nel cuore del centrocampo, trequarti di grandissima qualità con Oscar e Mata, Ramires era il giocatore d’equilibrio, spesso utilizzato a destra con compiti più difensivi del compagno dalla parte opposta.
Guardando le varie esperienze di Benitez l’unica vera grande costante è la difesa a 4. Nella maggior parte dei casi il tecnico ha impiegato esterni alti di ruolo, dando la massima importanza all’equilibrio di squadra.
Con queste premesse è da mettere da parte l’idea di un Napoli con 4 giocatori offensivi come sono al momento Pandev-Hamsik-Insigne-Cavani. Le certezze sono Hamsik nel ruolo che fu prima di Baraja e successivamente di Gerrard, e Cavani (o il suo sostituto, probabilmente Dzeko) nel ruolo di terminale offensivo.
Nel caso si scelga di puntare sul 4-2-3-1 sulla sinistra l’esterno ideale è Armero ancora prima di Insigne, può sembrare una bestemmia per chi ama il talento di Frattamaggiore, ma il colombiano ha le carattestiche molto più vicine ai vari Vicente, Riise e Zenden impiegati da Benitez in questi anni. Sulla destra c’è il vero buco in rosa, Pandev potrebbe giocare solo nel caso in cui ci sia un esterno puro (come appunto Armero) sull’out opposto, ma sicuramente li sarà fatto un investimento importante dalla società, più Biabiany che Cerci, Benitez ama più i giocatori che puntano il fondo rispetto a quelli che cercano di accentrarsi e tentare la conclusione, per chi ama sognare l’ideale sarebbe Nani in rotta con lo United.
Non è da escludere l’ipotesi di un 4-3-1-2 se la campagna acquisti non dovesse soddisfare completamente le richieste del tecnico sugli esterni, che con la rosa attuale non potrebbe affrontare una stagione sui due fronti con il 4-2-3-1.
Fonte: www.tuttoscommesse24.it.
La Redazione.
D.G.
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