AVELLINO. Condanne pesanti per gli ultrà del Napoli che devastarono lo stadio Partenio, in occasione del derby Avellino-Napoli il 20 settembre 2003. Il collegio penale del tribunale di Avellino, presieduto da Vito Calise, ha condannato otto dei nove ultrà napoletani imputati per devastazione, saccheggio, porto abusivo d’armi e lesioni. Queste le condanne: Pasquale Mauro e Luciano Treglia 9 anni e sei mesi di reclusione; Vincenzo Abbruzzese e Giovanni Melotti 9 anni; Ciro Marigliano 8 anni e sei mesi; Marino Lippiello 6 anni e sei mesi; Salvatore Barbarano 6 anni; Giovanni Varchetta 3 anni. Vitale Varchetta è stato invece assolto per non aver commesso il fatto. Il giudice nel formulare la sentenza ha dichiarato prescritti i reati di porto abusivo di armi e lesione. Tutti i condannati sono stati, invece, ritenuti responsabili dei reati di devastazione e saccheggio. Il collegio penale del tribunale di Avellino, composto dai giudici Vito Calise, Mauro Tringali e Viviana Centola, inoltre hanno condannato gli otto ultrà al risarcimento dei danni: 120mila euro al Comune di Avellino, rappresentato nel processo dall’avvocato Massimo Preziosi, 10mila euro alla Misericordia, l’associazione no profit assistita dall’avvocato Innocenzo Massaro, e 8mila euro per ognuno dei nove, tra poliziotti e carabinieri, rimasti feriti negli scontri.
Le condanne inflitte dai giudici hanno confermato le richieste del pubblico ministero della procura della repubblica di Avellino, Maria Luisa Buono. Anzi in alcuni casi, come per gli imputati Abbruzzese e Melotti, la pena è stata superiore, di tre anni, rispetto a quella richiesta dalla procura. Nell’ambito della stessa inchiesta, in cui si contano tre filoni, sono già stati condannati tre anni fa Daniele Cuorvo, Luigi Vozza, Agostino Novello, Luigi Del Bono ed Enrico Di Franco. Un solo imputato aveva scelto il rito abbreviato, Daniele Oppedisano che nel febbraio del 2011 è stato condannato dal giudice per le udienze preliminari a 3 e sette mesi di carcere.
In quella occasione perse la vita il tifoso partenopeo Sergio Ercolano, che nel tentativo di entrare allo stadio precipitò nel vuoto. Dopo circa un decennio il tribunale di Avellino condanna 4 ultrà del Napoli, ritenuti i principali responsabili degli episodi di quella sera, al risarcimento di 80mila euro da pagare al Comune di Avellino, costituitosi parte civile nel processo del 2005 per i danni effettuati allo stadio.
Ingente risultò essere la stima dei danni: lavabi, altoparlanti, pannelli di plexigas, pezzi di impianto antincendio, le telecamere del settore ospiti, la stessa rete di protezione: tutto fu divelto e lanciato in campo. Gli incidenti scoppiarono in curva Nord, il settore riservato ai supporter partenopei, molti dei quali erano giunti ad Avellino senza biglietto, che le forze dell’ordine caricarono a più riprese. Per la morte di Sergio Ercolano, il Tribunale di Avellino ha respinto la richiesta di risarcimento di 3 milioni di euro che la famiglia aveva chiesto all’Us Avellino.
Fonte: Il Mattino
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