Nel suo editoriale per il Corriere della Sera, il giornalista Mario Sconcerti scrive: “La mancanza di pubblico sta cambiando il calcio in modo impressionante. Il nostro in modo particolare. Nelle dodici giornate dell’ultima estate sono state segnate 392 reti contro le 326 della stagione scorsa nello stesso periodo. Se c’è un merito degli attaccanti, c’è un disastro per i difensori. E qui siamo al punto: è molto probabile che il calcio del silenzio danneggi i difensori, tolga concentrazione. I movimenti del difensore non sono spontanei, dipendono da quelli dell’attaccante. Sono riflessi di seconda battuta, hanno bisogno del doppio di attenzione. Il pubblico rappresenta il primo giudizio sul gioco, tiene sveglio il difensore, spesso gli indica il pericolo, la geografia dell’avversario. Il silenzio favorisce l’agguato, la sorpresa dell’attaccante”.
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