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Sconcerti: “Napoli? Ha giocato il calcio migliore ma è mancata personalità”

Mario Sconcerti, giornalista, ha rilasciato un’intervista ai microfoni della trasmissione “I Tirapietre”, sulle frequenze di Radio Amore Campania: “Il Napoli ha la Champions nel cassetto? Non è nel cassetto, ma poco ci manca. Resta il fatto che per lunghi tratti il Napoli ha giocato il calcio migliore, ma non ha avuto la personalità più forte degli altri. Ha perso cinque punti in casa ed ha lasciato passare avversari che non erano del suo livello. Avere personalità non basta per essere una squadra vincente, ma non sei una squadra vincente se non hai personalità. Il Napoli dal punto di vista tecnico aveva ed ha qualcosa più degli altri, il fatto che non ha toccato la squadra dell’anno scorso che ha chiuso in modo spettacolare, già era molto. Le due ali, per esempio, hanno fatto soltanto due gol. Credo che cercare calciatori di personalità sul calciomercato aiuti, la personalità individuale si conosce, quella collettiva meno”.

 

Osimhen contro le grandi non segna mai? “Non credo sia un problema di questo ragazzo, è un giocatore discretamente universale. Il fatto è che le grandi giocano meglio degli altri avversari. Tenete conto che questo ragazzo per colpa degli infortuni ha vissuto una continua sorpresa, questo ha permesso agli avversari di non prendere confidenza. Resto convinto che sia uno dei punti di forza di questo Napoli”.

 

Dichiarazioni di Luciano Spalletti post Napoli-Roma? “Non ho valutate le dichiarazioni del mister tra le più importanti, perdendo punti come questi si va sull’ovvio e sulle sostituzioni fatte all’ottantaduesimo. Bisogna soffermarsi sull’avversario, che ha chiuso con sei attaccanti. Strano che a Napoli nessuno lo abbia notato e nessuno se ne sia accorto. I cambi di Mourinho hanno creato disordine nel Napoli, ha messo tutti attaccanti e questo ha pesato sulla partita. Spalletti doveva reagire a questo tipo di confusione. Ci ha provato, ma non ci è riuscito. Le partite vanno guardate anche in base a quello che fa l’avversario”.

 

Obiettivo Champions League? “Penso che il Napoli ha perso un’occasione molto grossa in chiave scudetto, per lunghi tratti hanno espresso le cose migliori. La Champions è un obiettivo, ma penso ci sia molto da rammaricarsi”.

 

Il nuovo Napoli? “Credo che un ciclo se non è finito, è andato molto avanti. Non credo che si debba rovesciare la squadra e cominciare dai giovani, loro sono investimenti e non rendono nell’immediato. Penso si debba usare lo scheletro di questa squadra e aiutarla a rinforzarsi. Credo che Spalletti sia tranquillamente all’altezza del progetto, ma qualcosa soprattutto sulle fasce va fatto. Urge fare qualcosa di molto importante, servono due colpi all’altezza”.

 

Fabian Ruiz e il centrocampo del Napoli? “Ha bisogno di un calciatore che lo trascini, una cosa abbastanza simile capita a Zielinski. Avendo un gioco molto più complesso, fatto di scatti, risente delle variazioni tattiche. Come tutti i giocatori di grande progetto è un giocatore delicato che non è mai riuscito a dare continuità alla sua stagione. Nonostante abbia grandi qualità tecniche”.

 

Riferimenti giornalistici e informazione attuale? “Ci sono due aspetti, l’informazione specialistica è molto migliorata. Quando ho cominciato io un po’ di tempo fa nessuno aveva una laurea e nessuno sapeva una seconda lingua, oggi ci sono fior di ragazzi pronti per cose più complesse. Dall’altra parte c’è un’inflazione di informazione, un abuso, e la qualità scende. Da una parte il mestiere cresce, da una parte scende. Riferimenti? A 20 anni non ci sono riferimenti, non sai cosa hanno fatto. Per i ragazzi sono quello che ha fatto Sky, ma prima avevo già diretto tre giornali, i ragazzi non lo sanno. Se vado su Wikipedia trovo a nome mio delle cose marginali. Una delle cose che mi ha reso orgoglioso è che a 23 anni avevo fatto già il primo giro d’Italia, a 25 il secondo e il Tour a 26 ero inviato speciale”.

 

Tre calciatori italiani più forti di sempre? “Un calciatore universale, non simpaticissimo è stato Tardelli, non ne ho più trovati di centrocampisti con la sua profondità. Poi ci metto Antognoni, un calciatore senza propaganda che aveva qualità tecniche altissime, ma non ha mai avuto gli elogi che meritava. Dopo di ché, il miglior giocatore d’Italia del Dopo Guerra ci metto Gianni Rivera”.

 

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I Am Naples Testata Giornalistica - aut. Tribunale di Napoli n. 33 del 30/03/2011 Editore: Francesco Cortese - Andrea Bozzo Direttore responsabile: Ciro Troise © 2021 IamNaples
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