Il giornalista Mario Sconcerti scrive sul Corriere della Sera a proposito della situazione del sistema calcio italiano: “Qual è la cosa più grave da cui partire per capire? C’è una domanda semplice a cui nessuno sa rispondere: perché da trent’anni non nascono più grandi giocatori in Italia? Da due generazioni si è fermato tutto. È la prima volta che capita. […] Non c’ è un motivo solo, ce ne sono mille. Queste prime due decadi degli anni Duemila hanno cambiato il modo di pensare del mondo. […] Nel calcio tutto comincia nel 1996 con la libera circolazione dei lavoratori in Europa. Si passa da un massimo di due-tre stranieri a un numero indeterminato. Forse si aiuta a far l’Europa, ma si distruggono interi settori sportivi nazionali. Oggi per rialzarci, dovremmo prendere 200 stranieri e sostituirli con giocatori italiani. […] Ci riprenderemo mai? Direi di sì, ma viviamo il calcio in modo sbagliato, poco responsabile. È sempre tutto eccessivo. Mi spiace soprattutto vederci affondare in un momento in cui anche gli altri nuotano male. Il problema non è solo italiano. Molti si salvano con l’energia delle vecchie colonie, vedi Francia e Inghilterra. Ma fuoriclasse non se ne vedono più”.
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