Mario Sconcerti, giornalista del Corriere della Sera, ha analizzato il k.o. dell’Italia contro la Macedonia del Nord sul giornale: “[…] Dico a Mancini che non è colpa sua. Che sarebbe un sacrificio inutile. Se vuole andarsene, vada, se qualcuno lo vuole cacciare, lo cacci. Ma il suo dovere è con la gente […] tutto ha sempre detto che non era per una notte, che è giusto andare avanti. […]. Non ricominciamo sempre da capo. […]. Oggi è già difficile capire cosa stia accadendo […]. Oggi non si può andare via, oggi si deve ragionare, capire cosa rimane nel fondo del calcio italiano […]. Non ha perso solo l’Italia di Mancini, ha perso una straordinaria azienda nazionale che non sa più riconoscere se stessa. E non riesce a capire il perché di questo lungo declino. […] Non è dignità questa, è voglia di essere dimenticati in fretta, investire sul silenzio. Non abbiamo bisogno di una nuova fuga. Non vinca adesso la rabbia […]. […]. Ma l’Italia è la somma di troppi sentimenti. Il ct Mancini è stato molto più di un allenatore. Non è stato il tecnico a essere sbagliato, è l’intero nostro calcio a non reggere più, a fare troppa fatica. […]. Tutti scappano. […]. Abbiamo appena capito che lei non è una garanzia. Nessuno ci può salvare, abbiamo solo bisogno di un nuovo inizio. E abbiamo noi il diritto di scegliere, non lei. Questa è la vera responsabilità”.
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