“Non preoccupa il risultato ma la prestazione”. Questo il titolo dell’analisi con cui Mario Sconcerti, prima firma del Corriere della Sera, commenta il ko in Champions della Juventus contro il Lione: “Non è una sconfitta preoccupante perché rimediabile. È preoccupante la prestazione. La Juve è stata per un’ora regolarmente anticipata dal Lione, non c’è stata né come squadra né come solisti. Il gol è arrivato quando era fuori De Ligt alla fine di una lunga fase di pressione francese. I migliori sono stati Ronaldo per continuità e un eccezionale Dybala nell’ultima mezzora. Ma non c’è stata anima, sono andati tutti al ritmo di Pjanic che non è un regista capace di ispirare i ritmi. La Juve è entrata in partita quando ha capito che stava facendo una pessima figura e il Lione non riusciva più a reggere l’onere di una ripartenza. Si pensava che la Champions avrebbe tratto dal sonno anarchico la squadra, così non è stato. Questo è il vero problema. La Juve gioca ormai male per procedura, spontaneamente. Non esiste una nuova Juve e non ci sono più tracce della vecchia. L’involuzione adesso è evidente e senza più giustificazioni”.
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