Un lungo interrogatorio, durato più di due ore. Walter Sabatini, attuale direttore sportivo della Roma, arriva in Procura – a Napoli – dopo le 15 di un caldo pomeriggio autunnale. Ad attenderlo, al dodicesimo piano dell’ufficio inquirente partenopeo, ci sono i pubblici ministeri Pierpaolo Filippelli e Claudio Siragusa, titolari dell’inchiesta sulle presunte ingerenze della camorra nel calcioscommesse. Con i due sostituti c’è anche il procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, Rosario Cantelmo.
Sabatini viene ascoltato in qualità di persona informata dei fatti, e dunque come testimone: non in relazione all’attuale incarico di ds giallorosso, ma rispetto alla sua precedente attività di dirigente del Palermo. Un lungo interrogatorio, il suo, che sarebbe servito a chiarire ai magistrati inquirenti alcune situazioni sospette, relative a nuove partite sulle quali indaga ora l’Antimafia napoletana. Almeno una decina i match finiti di recente sotto la lente d’ingrandimento della Procura di Napoli: partite che vanno ad aggiungersi a quelle già «attenzionate» dai pubblici ministeri che indagano su un colossale giro di denaro che sarebbe stato indebitamente intascato dal clan D’Alessandro di Castellammare di Stabia grazie ad alcuni stratagemmi legati al sistema delle scommesse on line.
Prima di Sabatini altri dirigenti di società calcistiche di serie A erano sfilati davanti ai pubblici ministeri napoletani. Tra questi, anche il direttore generale del Bologna, Stefano Pedrelli e – per ben due volte – anche Claudio Lotito, il presidente della Lazio. Massimo il riserbo intorno a quest’ultimo interrogatorio: da quel poco che è trapelato ieri, si sa che i magistrati inquirenti hanno cercato conferme su una circostanza in particolare: e soprattutto sui presunti legami con ambienti della criminalità organizzata.
Tante le partite sospette. Nel nuovo gruppo ce ne sarebbero almeno 8-10 degli ultimi campionati di serie A in Italia. Ma appare chiaro che l’inchiesta della Dda partenopea, avviata su incontri di serie minori, si starebbe arricchendo di nuove pagine, e di nuove partite sulle quali la camorra stabiese avrebbe messo – o quantomeno tentato di mettere – le mani. Di più, al momento, non emerge. E poco si sa, al momento, anche rispetto alle date dei match incriminati. Un fatto però è certo: sullo sfondo resta l’inquietante sospetto delle vincite illecite e di incontri truccati. Una nuova, lunga e pesante ombra che finisce sul calcio italiano (ma non solo su quello).
Ad orchestrare la grande truffa sarebbero stati alcuni «uomini d’oro» della cosca D’Alessandro-Di Martino, attiva come già detto nella zona di Castellammare e dei Monti Lattari. Al lavoro ci sono i carabinieri del nucleo investigativo di Torre Annunziata, guidati dal capitano Alessandro Amadei: i militari da oltre un anno stanno passando al setaccio conti correnti, volumi di scommesse, puntate su partite considerate sospette. Qui, è bene chiarirlo, i flussi di scommesse sono solo un indizio, uno spunto investigativo, da ricondurre poi alle mosse di un gruppo di professionisti che ha messo a punto la tecnica della vincita sicura. Ma questa pista si sta rivelando foriera di sviluppi. Molti dei quali potrebbero provocare nuovi terremoti nel mondo del calcio che conta.
La Redazione
A.S.
Fonte: Il Mattino
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