Il Napoli ha incassato la seconda sconfitta in campionato senza attenuanti perché ha fatto poco contro il Parma ed è preoccupante che la squadra – in grado di farsi rispettare in Europa e di battere Milan e Inter – abbia raccolto appena un punto con Fiorentina e Parma in casa. A Verona vi era una giustificazione: l’eccessivo turn-over deciso da Mazzarri. Ieri, contro il Parma, c’erano i titolarissimi e quasi tutti i pilastri sono venuti meno: irriconoscibili Campagnaro, Hamsik, Gargano e Cavani; Lavezzi si è spento progressivamente. Colomba ha sfruttato le armi del suo collega, difesa energica e contropiede, per vincere.
Il Napoli non è stato aggressivo, non è riuscito a riaprire la partita dopo il gol di Mascara (sull’1-2 Cavani ha centrato il palo), ha perso (l’ultimo ko a Fuorigrotta contro l’Udinese il 17 aprile) e ha raccolto fischi. Non è un buon viatico in vista del supermatch con il Bayern Monaco. Su questa sconfitta resta un’ombra, quella del rigore non concesso nel primo tempo per il fallo di Gobbi su Lavezzi. Ma il Napoli è entrato troppo tardi in partita, aspettando il primo ceffone del Parma. Gli azzurri hanno cominciato a riscaldare la gelida serata soltanto a partire dagli ultimi 5′ del primo tempo.
L’avvio è stato molto lento da parte della squadra che ha dato anche la sensazione di avere i pensieri rivolti alla supersfida di Champions, non solo di aver pagato l’effetto-sosta. Il Parma ha provato a puntare sulla rapidità di Giovinco, uomo della settimana dopo la prima da titolare in Nazionale, e si è difeso con ordine. Ha concesso poco agli esterni Maggio e Aronica, ha limitato Cavani e soltanto sul frizzante Lavezzi i difensori sono andati in difficoltà, tant’è che al 32′ Gobbi ha commesso un fallo da rigore, né segnalato dal guardalinee De Luca né fischiato dall’arbitro Mazzoleni. Episodio che avrebbe potuto modificare il corso della partita, considerandone l’equilibrio, e che ai dietrologi ha fatto pensare a un effetto delle proteste dell’Inter per l’intervento di Obinna su Maggio due settimane fa. Il Napoli non è apparso né sciolto né aggressivo nel primo tempo. I tiri dalla lunga distanza di Cavani e Inler (19′ e 43′) non hanno impensierito più di tanto Mirante. Il portiere di Castellammare – insultato dalle curve del San Paolo senza ragione – è stato tempestivo nel secondo minuto di recupero, togliendo il pallone prima dai piedi di Maggio e poi dalla testa di Cavani. Quando sembrava che gli azzurri stessero emergendo dal torpore (tiri di Maggio e Lavezzi da fuori), è arrivato il colpo del Parma.
Floccari s’è bevuto Cannavaro con un colpo di tacco che ha liberato Gobbi, arrivato indisturbato dalle retrovie: tiro sul secondo palo, perforato il bunker De Sanctis. Gol al primo tiro, la solida difesa stavolta non ha retto. Mazzarri ha tolto uno dei pezzi della terza linea, Aronica, per far posto a Mascara e partire all’assalto del Parma. La mossa ha provvisoriamente sortito l’effetto sperato perché è stato proprio l’ex capitano del Catania a firmare il pareggio approfittando dell’assist di tacco di Lavezzi (un altro, dopo quello di Floccari) e del vuoto creatosi sul lato sinistro del Parma: perfetto diagonale.
La squadra tutto cuore capace di ribaltare le situazioni più difficili non c’era ieri sera, né umilmente si accontentava del punto raccolto a un quarto d’ora dalla fine. La difesa si sbilanciava e arrivava il raddoppio del Parma: giocata Valiani-Giovinco a destra e servizio sull’altro lato per Modesto, libero di colpire a rete. Nel finale spazio anche per Lucarelli, avversario del fratello impeccabile difensore gialloblu, e palo di Cavani, unico spunto dell’anonimo Matador. Giù fischi. Legittimi.
La Redazione
A.S.
Fonte: Il Mattino
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