Cavani agita una muleta immaginaria. Aria di corrida, olè toro. La storia del matador ha convinto anche lui che a Palermo veniva etichettato come un attaccante esterno che non vedeva la porta. Oggi Edinson festeggia con quel gesto per rafforzare il concetto: dietro la muleta immaginaria si nasconde la spada che infliggerà il colpo mortale. Gol. Cavani provoca col pressing come il torero provoca con il drappo rosso, ti sfianca, ti indebolisce prima dell’affondo decisivo. La suerte suprema è un pallone che finisce alle spalle del portiere. Chi pensava che i trenta e passa gol dello scorso anno fossero solo un caso, una di quelle eccezioni che a certi centravanti capitano una volta nella vita, si è ricreduto subito. Il Cav. di Napoli ha segnato con gli sceicchi del City e ne ha fatti tre al Milan dell’altro Cav., mentre il San Paolo applaudiva alla veronica del matador e Raffaele Auriemma urlava “si gonfia la rete!”. Stefan Schwoch, ex attaccante del Napoli (57 presenze e 28 gol), va oltre: “Cavani, se continua così, farà anche meglio dell’anno scorso. E’ uno degli attaccanti più forti del mondo”.
Una finta di corpo, un movimento leggero, i capelli lunghi che ondeggiano mentre nell’arena cala il silenzio. La corrida inizia quando Cavani esce dal tunnel degli spogliatoi: c’è il pubblico che inneggia a lui, l’oro di Napoli, la statuetta più preziosa del presepe. “Ha fatto dei miglioramenti impressionanti – dice Schwoch a Generazioneditalenti – sia a livello tecnico sia dal punto di vista mentale. Aiuta la squadra, pressa, torna, lotta, segna: non gli manca niente. Sta attraversando un momento stratosferico, con il Milan l’ho visto fare addirittura il mediano. Un centravanti così non ha prezzo”. E il Napoli va: pari a Manchester e punteggio pieno in campionato. “Per lo scudetto la squadra di Mazzarri può giocarsela findo in fondo, mentre in Champions – prosegue l’attuale diesse del Vicenza – sarà più dura, anche se l’esordio è stato ottimo: non mi aspettavo una tale personalità”.
Dopo il gol di Cavani al Manchester City l’osservatorio vesuviano ha registrato piccole scosse sismiche. Succede solo a Napoli. Schwoch lo sa bene. “Lì il dodicesimo uomo in campo esiste davvero, lo dico perché l’ho provato sulla mia pelle. La spinta del San Paolo è fondamentale. I tifosi partenopei staranno sognando scudetto e Champions, ma squadra e società devono stare con i piedi per terra: ci sarà da soffrire sia in Italia sia in Europa, anche se dal punto di vista dell’organico il Napoli non ha nulla da invidiare a nessuno. Lavezzi e Hamsik giocherebbero titolari in qualsiasi squadra d’Europa a eccezione del solito Barcellona, che ha i migliori in assoluto. Inler è un colpo importante, Maggio è il terzino destro della nazionale italiana. E poi c’è lui, Cavani: il prototipo dell’attaccante moderno”. Edi carica a testa bassa. Olè toro.
Si ringrazia i colleghi del sito generazioneditalenti.com per l’intervista
(clicca qui per leggere l’articolo originale)
La Redazione
A.F.
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