Un grande bomber azzurro del passato parla del nuovo bomber azzurro. Giuseppe Savoldi, mister 2 miliardi, l’attaccante capace di segnare 168 reti in serie A, ieri era ospite del ritiro del Napoli e non si è sottratto quando, intercettato dai giornalisti, è spuntato fuori l’argomento Higuain. Beppe ha assistito agli allenamenti di Cannavaro e compagni e, riconosciuto dai tifosi, è stato bersagliato da richieste di foto e autografi. Ha comunque trovato il tempo per intrattenersi con i giornalisti. Nei suoi occhi i bei ricordi per le 4 stagioni sotto il Vesuvio si sono mischiati con l’ammirazione per Higuain, a suo avviso l’uomo adatto per raccogliere l’eredità di Cavani.
Savoldi, Higuain può non far rimpiangere Cavani?
«E’ un grande attaccante e con lui il ricordo del Matador sarebbe meno struggente. Higuain «La sua presenza aiuterebbe Higuain ad ambientarsi al calcio italiano e poi fa molti gol…»è uno dei migliori 5-10 al mondo e per il Napoli sarebbe un
grande colpo».
A livello di caratteristiche tecniche, però, i due sono diversi.
«Molto diversi, direi. Cavani parte da lontano e arriva nell’area avversaria, mentre Higuain dà il meglio di sé negli ultimi 20 metri, che sono per lui il territorio… di caccia ideale. Le differenti caratteristiche che i due hanno costringeranno la squadra ad adattarsi e a cambiare modo di giocare».
Quando ha capito che la cessione di Cavani sarebbe stata inevitabile? «Da certe sue dichiarazioni, anche nel finale di stagione. Un ex giocatore capisce quando un altro calciatore ha preso la decisione di andarsene. Certi messaggi mi sono sembrati subito chiari e quindi non mi ha sorpreso che il Psg sia arrivato a pagare la clausola rescissoria e se lo sia preso. Cavani aspettava solo quello. Perché ha deciso di lasciare Napoli, però, non lo so».
Quanto perde il Napoli con l’addio di Cavani? «Se ne va un attaccante da oltre 30 gol e trovarne un altro così non sarà facile. Per questo dico che agli azzurri di punte ne servono due per arrivare a quota 30. Higuain sicuramente può farne tanti, ma arriva anche da un campionato straniero e dovrà adattarsi al nuovo calcio, trovare la sintonia con i compagni. Un po’ di tempo bisognerà darglielo».
L’acquisto di Gilardino potrebbe essere una mossa giusta per far ambientare con calma Higuain?
«Gilardino è un attaccante che fa da anni parecchie reti. Lui in area di rigore è spesso al posto giusto e per una formazione come il Napoli che crea molto, avere un punto di riferimento così, sarebbe importante».
Higuain e Gilardino hanno le caratteristiche giuste per il calcio di Benitez?
«Credo di sì. Quei due sono bravi a creare spazi lì davanti per gli inserimenti dei tre giocatori che giocano alle spalle del centravanti. Sono entrambi abituati a questo ruolo e conoscono i movimenti che vanno fatti».
Anticipi a Higuain e Gilardino che sensazioni si provano a segnare al San Paolo. «Dirlo con le parole non è facile. Certe emozioni vanno provate sulla propria pelle. Il San Paolo, però, è uno stadio particolare perché se hai timori a giocarci, tutto può diventare tremendamente difficile e il pubblico, invece di caricarti, può darti una pressione insostenibile».
Con Higuain il divario tra il Napoli e la Juventus si assottiglierà?
«Sicuramente, ma ripeto, al Napoli di attaccanti ne servono due perché tre competizioni sono tante e c’è bisogno di due centravanti di grande valore, non solo di uno solo. Gli azzurri comunque possono lottare per lo scudetto che la piazza merita».
Mertens e Callejon le piacciono?
«Sono bravi, ma vanno valutati nel campionato italiano. Sarà importante verificare come si adatteranno».
Che giudizio dà del mercato del Napoli finora?
«Buono, ma non è ancora finito. La rosa mi sembra comunque competitiva e soprattutto mi pare che i giocatori di un certo spessore, calciatori con diverse presenze nelle coppe europee, adesso non abbiano più remore a venire al Napoli. E’ un segnale importante».
Benitez è stata una scelta giusta? «Ha grande esperienza e come allenatore non si discute, ma adesso dovrà dimostrare di aver capito cos’è il Napoli e cosa vuole Napoli. Gli va dato tempo perché non sta lavorando con la rosa al completo, ma i suoi allenamenti mi piacciono: si lavora tanto sul possesso palla e sulla manovra. Con lui la squadra può crescere ulteriormente».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
G.D.S.
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