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“Save the Parma”, colletta per gli emiliani: qualcuno tolga il ‘paracadute’ a Tavecchio

Immaginate di trovarvi in una situazione personale di emergenza finanziaria. E immaginate pure di esservi già impegnati tutti i valori monetizzabili nel presente e nel futuro, per far fronte a precedenti emergenze finanziarie. Tutti i valori tranne uno: il risarcimento che incassereste grazie alla polizza antincendio stipulata sulla vostra casa. Un credito eventuale, condizionato al verificarsi di un danno gravissimo. Pensate di mettere all’incasso quel valore chiedendo un nuovo prestito, e armati di una così brillante idea vi presentate al direttore della vostra banca o a un rappresentante di qualsivoglia istituzione finanziaria. Costui, se vi va bene, vi riderà in faccia e vi riaccompagnerà alla porta dopo avervi invitato a indossare uno scolapasta in testa a mo’ di colbacco; se invece vi va male, chiamerà i carabinieri per farvi illustrare anche a loro la geniale proposta, o il 118 per una richiesta urgente di TSO. E i motivi dell’accertamento giudiziario e/o del trattamento sanitario sarebbero molto semplici. Da una parte vi sarebbero profili d’illecito penale eventuale, dato che l’erogazione del valore stabilito dalla polizza è legato al fatto che la vostra casa vada a fuoco: significherà mica che dovrete provocare un incendio per estinguere il debito? Dall’altra parte, il solo ipotizzare un marchingegno del genere significa che siete beatamente in fuga dalla realtà, ergo bisogna che qualcuno vi ci riporti in fretta prima che giochiate a fare i piromani o vi mettiate a firmare cambiali dando in pegno un rene.

Suppongo che secondo molti di voi io stia facendo un discorso accademico e, al limite, strampalato come molti discorsi accademici. Nossignori. Il mio discorso si applica perfettamente a uno degli elementi venuti fuori dalla vicenda del Parma calcio, che sta umiliando un gruppo di tesserati, una tifoseria e una città intera. E mentre la vicenda continua a avvitarsi verso il peggio, la sola preoccupazione che animi quanti ignominiosamente reggono le sorti del calcio italiano pare essere quella di fare arrivare in qualche modo il Parma a fine stagione, garantendo al campionato un simulacro di regolarità e mettendo il sistema al riparo da sanguinose richieste di risarcimento. Fra le tante ipotesi avanzate per garantire l’esercizio provvisorio da qui a giugno c’è stata anche quella di anticipare i denari del cosiddetto “paracadute”; ovvero, l’indennizzo che viene garantito ai club retrocessi per consentire loro di ammortizzare il danno economico da declassamento. Si tratta di un plafond da 30 milioni da suddividere fra tre club, secondo parametri legati alla lunghezza della permanenza nel campionato di serie A da parte di ciascuno. Stando ai calcoli, per il Parma si tratterebbe di una cifra tra i 10 e i 12,5 milioni. A questo tema è stato dedicato un articolo pubblicato dalla Gazzetta dello Sport nell’edizione di sabato 28 febbraio, a firma Marco Iaria. Da quelle righe si apprende che l’ipotesi sarebbe poco percorribile dato che, testualmente, “gli emiliani si [sono] fatti  già anticipare circa 8 milioni dalle banche, sotto forma di un credito già certificato dalla Lega”. Questo scrive Iaria. E a questo punto rimane sullo sfondo un grave interrogativo: quale sarebbe il credito che la Lega ha certificato, permettendo al Parma di indebitarsi ulteriormente col sistema bancario? Sarà mica il paracadute? Perché se così fosse, ci troveremmo davanti a un fatto gravissimo: si sarebbe puntanto finanziariamente sulla retrocessione del Parma. Ovviamente siamo nel campo delle ipotesi. Ma rimanendoci dentro, non si può non portare alle estreme conseguenze lo scenario ipotetico: col Parma che affronta una “retrocessione dovuta” per ripagare il debito e garantire quella parte del sistema creditizio con cui ha contratto il debito. Vi pare una cosa ammissibile? Ribadisco: vado per ipotesi assurde e dando per assodato che la Lega NON abbia garantito per il Parma il paracadute come credito da scontare.

Di sicuro c’è che ieri è giunto dalla Lega di serie A un comunicato goffo e frettoloso, emesso per smentire la voce contenuta da “alcune notizie di stampa” a proposito di un anticipo sul paracadute dato al club, e per precisare che quella cifra va erogata soltanto a retrocessione avvenuta e dopo la regolare iscrizione da parte del club retrocesso al campionato di serie B. Questa la smentita ufficiale, e qui secondo la Lega dovrebbe chiudersi la vicenda. Ma davvero dobbiamo considerarla esaurita qui?
Assolutamente no. Perché c’è un dovere di verità, e perché c’è di mezzo la professionalità di un collega. Conosco Marco Iaria, ma il giudizio che ho di lui sarebbe il medesimo se anche non lo conoscessi. È un giornalista serio, preciso e scrupoloso. Non mi risulta sia uscito di senno negli ultimi giorni. Se ha scritto ciò che ha scritto, lo ha fatto a ragion veduta. Inoltre, stando alla lettera di ciò che ha scritto, egli ha dato come ipotetica l’erogazione anticipata del paracadute, riferendosi poi alla certificazione di un credito imprecisato. Invece la Lega, excusatio non petita, “smentisce di aver mai certificato l’esistenza di tale credito incerto e comunque futuro”. E si sa che spesso una smentita è una notizia data due volte. Ma forse non è questo il caso, ci mancherebbe altro. Di certo la Lega potrebbe fare uno sforzo di trasparenza e precisare se per caso, dato per buono che non sia QUELLO il credito certificato al Parma, ne siano stati certificati altri nel corso dell’ultimo anno. Sarebbe un dovere, da parte dell’organo che è rimasto inerte davanti all’incancrenirsi della situazione e al balletto dei passaggi di proprietà e dei personaggi improbabili.

Ma c’è ancora un dettaglio della vicenda che va illustrato, certamente il più importante. E ancora una volta questo dettaglio parte da una domanda: da dove e da chi mai sarà stata messa in giro questa storia secondo cui il paracadute sarebbe già stato anticipato al Parma? Tutto nasce dalle parole del “solito” Carlo Tavecchio, il presidente federale per il quale ormai sono stati esauriti gli aggettivi. Le frasi da lui pronunciate negli studi della Domenica Sportiva, domenica 22 febbraio, hanno dato luogo a parecchi equivoci. Purtroppo non ne circola un filmato su internet, dunque per avere un’idea di ciò che Tavecchio ha detto bisogna rifarsi alle versioni riportate in rete. La prima che qui si menziona è ospitata sul sito della Gazzetta dello Sport, non firmata e datata 22 febbraio: “Credo che ci siano legittimi interessi a far sì che si raccolgano i fondi per l’esercizio provvisorio, poi ottenere dei paracadute per un’iscrizione in Serie B, dove però devono esserci le coperture dei debiti sportivi”. Non chiarissimo il senso delle parole, specie col riferimento alla necessità di “ottenere dei paracadute”: ma comunque nulla di grave.  Stessa data per la versione riportata dal sito del Corriere dello Sport-Stadio, con firma di Ettore Intorcia: “Un anticipo del paracadute per chi retrocede in B? C’è stato un esborso volontario delle società associate che vedono, con l’uscita del Parma, incrinato il rapporto contrattuale con le tv”. Esborso volontario? E se sì, a fondo perduto o basato su garanzie? E se garanzie esistono, poggiate su quali fondi? Mica sul paracadute, vero?

C’è infine una terza versione delle dichiarazioni di Tavecchio, diffusa da siti come “Sport Parma” e “Rosso Parma”: “Bisogna che le altre 19 squadre di A mettano mano alla mutualità e diano una mano al Parma per andare in campo. Altrimenti sarebbe molto peggio per tutti… Vi dico anche che i soldi del ‘paracadute’ per un’eventuale retrocessione in B sono stati già spesi anticipatamente”. Come sarebbe a dire che sono già stati spesi anticipatamente? Forse il Parma ha beneficiato di prestiti che poi dovrà ripagare, e che perciò l’eventuale paracadute servirà a quello? O invece il paracadute del Parma è stato già stato “informalmente” utilizzato? Sarebbe il caso che il presidente federale dissipasse immediatamente l’equivoco dando un chiarimento. E che chiunque ne avesse il potere lo richiami a darlo quanto prima. Perché rispetto alle responsabilità politiche non c’è paracadute che tenga.

Fonte: Calciomercato.com

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