NAPOLI – Roba da grandi? No, semmai imperdibile occasione. Il tour europeo per provare ad emulare, ma anche a crescere il più velocemente possibile, affinché quei (minimo) 4/5 anni di differenza sulla carta, riescano ad assottigliarsi. Riescano a non essere un divario poco colmabile, ma un piccolo ponte da attraversare in tutta sicurezza. Sulle orme della prima squadra, passo dopo passo, a spasso per l’Europa, ecco la Champions per gli Under 19 (leggasi Primavera nella fattispecie), cosa seria ed a tutti particolarmente gradita. Ed è già un piccolo successo: il Napoli dei baby, guidato da Giampaolo Saurini, dopo la “monelleria” rifilata al Dortmund (ed anche il brusco stop con l’Arsenal), vola a Marsiglia per vedersela congli omologhi transalpini dell’O.M.
Mister Saurini, ma allora cos’è la Youth League?
«E’ un insieme di molte cose, tutte positive. E’ una sicura opportunità anzitutto per crescere, per far lievitare sensibilmente quel bagaglio di esperienza che per questi ragazzi è ancora piuttosto leggerino. E’ un’occasione preziosa per responsabilizzarli, per proiettarli in maniera dinamica e formativa nel calcio senza frontiere. E ciò a prescindere dai risultati, mai come stavolta l’importante è partecipare. Ma, naturalmente, sempre per ottenere il massimo».
Ma così facendo, essendo appunto per ora solo giovani promesse, non si corre il rischio di distrarli dagli obiettivi più classici?
«Se la si vuole vedere da un punto di vista essenzialmente pratico, è certo che, come per la prima squadra, questo torneo può togliere qualcosa al percorso che si sviluppa entro i nostri confini. Potrebbe togliere punti ed energie al campionato, e di conseguenza alla Coppa Italia, ma a mio avviso ne vale sempre la pena. Baratterei volentieri la Youth col campionato».
Oggi a Marsiglia, sfida delicata per restare in quota, ma senza Tutino e Romano, impegnati con la nazionale di Zoratto negli Emirati Arabi.
«Certo, ma ce ne faremo una ragione. Nessuno per noi è insostituibile, anche se non nego che con loro sarebbe salito il tasso tecnico. Vero che il capitano è stato decisivo coi tedeschi, ma tutto il gruppo mi ha sorpreso in positivo. Davvero sorpreso, anche dal fatto di essere a tre punti in classifica. Vorrei sottolineare che abbiamo una media-età sempre inferiore a quella delle nostre avversarie, sia in Europa che in campionato, dove addirittura rendiamo più di dieci anni in campo».
Com’è stata programmata la trasferta?
«Domani (oggi per chi legge) aereo alla nove da Capodichino, poi scalo a Venezia, e alle 13,30 atterraggio a Marsiglia. Con noi l’accompagnatore De Cristofaro e lo staff medico, forse anche il responsabile tecnico Gianluca Grava. Nel primo pomeriggio faremo la rifinitura, martedì alle 15 la partita e poi la sera tutti a tifare per la prima squadra al Velodrome».
Quanti i ragazzi sull’aereo?
«Saremo in diciotto. I dubbi riguardano Luperto che s’è infortunato alla bocca ed Anastasio e Gaetano. Naturalmente gioca chi sta bene, anche perché i francesi non solo hanno un’età superiore, ma sono fisicamente più dotati. Dovremo sopperire con l’organizzazione e la tecnica».
Il cambio di modulo vi ha penalizzati, visto che in campionato siete solo a metà classifica?
«Passando da un modulo (con la difesa a tre, ndc ) mandato per bene a memoria, ad uno nuovo, c’è bisogno di mettere a punto gli automatismi. Ci stiamo ancora lavorando ma resto molto fiducioso. Dobbiamo diventare l’alter ego della prima squadra, perché i nostri devono farsi trovare pronti in caso di chiamata da parte di Benitez, che ne ha già impiegati alcuni in allenamento. Siamo i più giovani del campionato, quest’anno sarà d’obbligo di assestamento. Ma ciò non significa che prenderemo sottogamba gli impegni sui tre fronti che ci aspettano».
Fonte: Corriere dello Sport
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