NAPOLI – Il Napoli “baby” saltella dunque sulla brace “sin pausa”, come la prima squadra. Come gli Higuain ed i Behrami, gli azzurrini se ne vanno in giro per il continente oltre che per tutta la penisola. Come i Callejon e gli Insigne non hanno mai obbligo di dimora fissa e il tour, anche per loro, diventa “de force”. Ma, intanto, dove eravamo rimasti? Siamo fermi al post Borussia-Napoli, e in attesa di affrontare il Trapani nella sua tana per la decima di campionato (domani, ore 15), per poi provare l’impresa contro la Lazio negli ottavi di Tim Cup ad eliminazione diretta (mercoledì 4 dicembre). Ossia ben tre partite in soli otto giorni. Col Borussia s’è perso vero, ma gli scugnizzi di Saurini hanno sfoggiato una prestazione più che gagliarda.
Giampaolo Saurini, cosa resta dopo Borussia Dortmund-Napoli della Youth League?
«La prima cosa che mi viene in mente è tanta amarezza. Mi spiego. Fino al 75’ avevamo in pugno la qualificazione, poi ci hanno affossati due singoli episodi. Una mischia e una punizione con tiri rimpallati dai pali che poi sono finiti nella nostra porta. Un bella beffa direi, dopo che avevamo dominato e loro non ci avevano impensierito nemmeno mezza volta. Se me lo avessero detto solo qualche mese fa non ci avrei mai creduto».
E a parte l’amarezza?
«Resta anche molto altro. Resta il fatto di aver aggiunto un’altra esperienza unita alle precedenti. Grazie alla possibilità che ci è stata data di misurarci con le giovanili di alcune big europee. Il che è già, a prescindere dai risultati, un’opportunità che serve a crescere nella maniera giusta. Borussia, Arsenal, farsi le ossa significa anche questo. Resta il fatto che, al di là del 2-1 finale, i miei hanno giocato una partita superba. E alla fine gliel’ho detto: non ho lesinato complimenti perché oltre tutto li meritavano, eccome. Per me, quello che ho visto in terra tedesca, è già di per sé un’impresa storica».
Loro come l’hanno vissuta?
«Male, naturalmente. Erano scoraggiati e col morale sotto i tacchetti al rientro negli spogliatoi. Ecco perché non ho voluto lesinare complimenti. La qual cosa li ha un po’ rinfrancati, anche perché in fondo sanno che anche tutto ciò servirà».
La qualificazione ora si è complicata un bel po’.
«Siamo negli stessi panni della prima squadra. Punteggio diverso (terzi a 6 punti dietro Arsenal a 9 e Borussia ad 8) ma percorso uguale, visto che pure noi per passare dovremmo battere l’Arsenal per 3-0 minimo, oppure sperare in un passo falso dei tedeschi con l’Olympique Marsiglia. Sempre che si vinca con gli inglesi ad Aversa. I ragazzi in questi giorni si caricheranno per bene. Sanno che c’è davvero poco tempo per restare a leccarsi le ferite. La scossa è d’obbligo e dev’essere immediata, perché poi nel calcio tutto può succedere. Il Marsiglia non se ne starà a guardare».
L’immediato dice pure Trapani, la classifica in campionato poi non è tanto male.
«E no, direi. Anche lì ci davano già per spacciati ancor prima che tutto cominciasse. Siamo talmente giovani rispetto agli altri che, sia nella competizione nazionale che in Youth abbiamo in campo complessivamente sempre fra i sette e i dieci anni in meno. I più giovani in campionato con la Ternana: possiamo permetterci di solito solo un paio di ’95, poi tutti ’96 e anche qualche ’97. Ecco perché agli occhi di tanti non avevamo futuro. E invece siamo quinti in classifica, in piena corsa playoff quindi, al seguito di “piccole” corazzate, come Fiorentina, Lazio, Roma e Livorno. Abbiamo 15 punti e vorremmo terminare il girone d’andata a quota 21/22, dato che quella per gli spareggi è di solito fissata sui 44».
Da sabato altri due match in quattro giorni, come se ne esce?
«Proveremo ad uscirne per il meglio, seguendo la linea tracciata sinora. Logico che ci saranno delle rotazioni a Trapani di 4/5 elementi rispetto al Borussia, dove non c’erano i vari Lasicki, Anastasio, Bifulco e Gaetano. Forze fresche ne abbiamo, mentre poi con la Lazio non potranno giocare per squalifica Lasicki e Luperto, che peraltro s’è infortunato alla schiena».
Sentirà anche lei il “cuscino”?
«Questo, no. Ma di certo mi confronto spesso con Benitez, un top-coach. Mi ha dato delle dritte, ma oltre ciò mi preme ribadire che con questo gruppo ci sarà da divertirsi».
Fonte: Corriere dello Sport
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