Quando Benitez nell’estate del 2013 arrivò a Dimaro nel ritiro del Napoli in tanti si spaventarono perché il metodo della preparazione non era simile a quello di Mazzarri. Con Sarri, invece, si tornerà all’antico. Il toscano è della vecchia scuola e quindi gli azzurri che resteranno alla sua corte dovranno sgobbare. Si dovrà fare molta attenzione perché per la prima volta Sarri dovrà gestire due competizioni e quindi dovrà andare in campo ogni tre giorni. Uno stress fisico ed emotivo non da poco, soprattutto per quei calciatori che arriveranno. Chi, invece, resterà dovrà essere bravo a stimolare gli altri. Hamsik, Insigne, Mertens, Maggio, Gabbiadini dovranno caricarsi sulle spalle il nuovo che avanza.
ATTACCO – A completare il reparto offensivo del Napoli ci sono Insigne, Gabbiadini, Mertens e Zapata. Il colombiano, inevitabilmente, continuerà ad essere una controfigura del centravanti, da utilizzare nelle partite più tranquille, nel corso di una stagione che vedrà ancora il Napoli impegnato su tre fronti. Poi, ci sono quei tre: tutti per una maglia. Perché quando sono stati provati come trequartisti, non hanno garantito quei ripiegamenti e quei tempi di inserimento che sono richiesti proprio dal ruolo. Perciò, magari rinunciando alle proposizioni offensive e guadagnandone in visione di gioco, Sarri potrebbe affidare facilmente quel ruolo ad Hamsik. Come si legge sul “Roma”, rimane il problema che forse tre calciatori di questo livello per un solo posto sono probabilmente un po’ troppi. Una variante interessante potrebbe vedere Gabbiadini schierato come prima punta, affiancato da uno fra Mertens e Insigne, ma questa soluzione finirebbe col togliere spazio a Zapata. Insomma, l’impressione è che uno di questi dovrà lasciare Napoli se vuole trovare lo spazio necessario per continuare il proprio percorso di crescita. E con ogni probabilità, il principale indiziato, al momento, sembra proprio l’attaccante colombiano, l’unico che ha già diversi estimatori in Serie A e che può essere girato anche in prestito, così che la dirigenza possa avere più tempo per compiere meglio le proprie valutazioni sul calciatore.
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