Siamo giunti al capolinea oramai. Si era parlato di Ancelotti, poi c’è stata la cena che è apparsa molto pacifica e costruttiva tra Maurizio Sarri e Aurelio De Laurentiis e, infine, il boom che non ti aspetti. Una mancata risposta, tempistiche non rispettate e l’incontro ieri alla Filmauro tra il presidente del Napoli e l’ex tecnico del Bayern Monaco. Un guerriero, un vincente, un uomo calmo, pacato e capace di trarre fuori dai suoi giocatori il meglio in assoluto, queste e tante altre definizioni sono state date di Carlo Ancelotti. Un allenatore che si presenta come un nuovo timoniere di bordo, con alle spalle una vera e propria rivoluzione effettuata dall’allenatore toscano. Oggi si sta definendo perfino lo staff dell’ex calciatore del Milan. Sembra tutto così irreale, per una piazza che aveva sperato a lungo di trattenere colui che ha portato il Napoli sugli occhi di tutti gli amanti del gran calcio. Una popolazione calorosa, unica nel suo genere, che non potrà mai dimenticare ciò che il sarrismo ha fatto. Ma ora si è ai titoli di coda: chiusa la porta, si può dire che si stia aprendo un portone, uno di quelli che probabilmente non passerà mai di moda e che difficilmente sarà dimenticato. Perchè si, Carlo Ancelotti ovunque è andato, è stato amato, per il suo carisma e, soprattutto, per i suoi risultati. Un palmares che mette i brividi, dalla prima Coppa Italia col Milan nella stagione 2002-2003 all’ultimo campionato vinto in Germania appunto nell’annata 2016-2017. Oltre 10 anni di pura gloria. Un bagaglio di esperienza che forse manca al Napoli e che forse, adesso, è arrivato il momento di sanare. Si guarda avanti, si pensa a ciò che si potrà essere ma non ci si dimenticherà mai più di ciò che si è stati.
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