Un napoletano che esulta per un gol al Napoli. «Se ne sono dette tante, io alzai la maglia perché sotto ne avevo un’altra sulla quale era stampata la foto di mia figlia Aurora». Gennaro Sardo da Pozzuoli, esterno del Chievo, ancora contro la squadra del cuore. Il 2 febbraio 2011 a Verona firmò il 2-0 e il 21 settembre scorso era in campo contro gli azzurri, battuti per 1-0.
Tre vittorie nelle ultime tre partite con il Napoli: qual è il segreto del Chievo?
«Un aspetto è comune: quando si affronta una grande squadra, la preparazione è ancora più accurata perché bisogna evitare il minimo errore e cercare di approfittare di quelli degli avversari».
Il Chievo lo ha fatto.
«Non credo che il Napoli affronti con supponenza avversari della nostra dimensione anche se nella partita d’andata abbiamo avuto l’impressione di essere stati, tra virgolette, un po’ sottovalutati. Il Napoli fece sette cambi in formazione, tuttavia chi va in campo cerca sempre di dimostrare di meritare quella maglia».
Il Napoli è in un momento no e ha fallito contro le medio-piccole.
«La situazione sembra questa, osservando i risultati, ma non bisogna lasciarsi impressionare perché il Napoli ha campioni straordinari, in particolare in attacco: contro Cavani, Lavezzi, Hamsik è sempre durissima. Cercheremo di approfittare delle eventuali disattenzioni e delle poche occasioni che ci concederanno».
Mazzarri, Cannavaro, Maggio e De Sanctis hanno rivolto appelli al pubblico per chiedere di sostenere la squadra.
«Ho letto: è evidente che il periodo non è dei più felici, ma il Chievo pensa al Chievo».
Cioè?
«Vogliamo raggiungere in tempi brevi la quota di 40 punti: la salvezza prima di tutto».
Se stasera segna, che fa? Esulta?
«Quello di un anno fa è stato un gesto istintivo. Ero e sono tifoso del Napoli. Finita la partita del Chievo, chiedo sempre il risultato degli azzurri. E poi come non tifare per la squadra che ci rappresenta anche in Champions League?».
Com’era il tifoso Sardo?
«Andavo al San Paolo con i miei, a dieci anni ero sugli spalti ad assistere alla festa del secondo scudetto: ricordo ancora il colpo di testa di Baroni alla Lazio».
Ha mai sfiorato la maglia azzurra?
«Sì, quando ero al Piacenza, stagione 2004-2005. Il Napoli era in serie C1, venni contattato ma la trattativa non andò in porto e non ho mai saputo perché».
Il Napoli è stato un rimpianto?
«Mi sarebbe piaciuto giocare nella squadra di cui sono tifoso, tuttavia sono orgoglioso della mia carriera. Sono partito dal basso: a 16 anni giocavo con la Puteolana nel campionato di Eccellenza. Questo percorso mi ha fortificato: ad arrivare ci vuole niente, ma per restare a certi livelli serve carattere».
Un napoletano quanti problemi ha avuto a Verona?
«Un po’ di difficoltà all’inizio per via della rivalità, poi mi sono inserito benissimo: io e mia moglie pensiamo di stabilirci qui».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro