«La prova del cuoco». «Cuochi e fiamme». «Chef per un giorno». «Cotto e mangiato» e chissà quanti altri programmi tv. Ma il Napoli la sua ricetta vincente, non solo sulla fascia destra, l’ha scoperta in casa con la cucina sapiente di Mario Alberto Santana: re dei sapori, non dei dissapori. Quando arrivò in Italia dal profondo Sud dell’Argentina, da quella Comodoro Rivadavia famosa per il petrolio e per il vento 365 giorni l’anno, la prima cosa che gli chiesero a Venezia nel 2002 fu: «Dai, suonaci qualcosa…», per quell’omonimia ingombrante col celebre chitarrista messicano Carlos, autore dell’eterno album «Abraxas». Ma adesso in casa dell’esterno azzurro i nuovi compagni fanno già a gara per esserci all’ora di cena: come a Firenze, le cene a base di carne argentina sono già diventate un must di cui non si può fare a meno.
Gastronomia – Antonella Clerici, fatti più in là. Benedetta Parodi, pure. C’è l’impareggiabile Santana ai fornelli. «Anzi, per meglio dire, alla griglia: mi piace un mondo cucinare l’«Angus», la carne argentina, e poi adoro una pietanza che mi ha suggerito mia mamma. Si chiama «Guiso» ed è un piatto unico impegnativo con riso, verdure, pancetta e carne. A Firenze venivano spesso Behrami, Frey, Mutu e Vargas, qui a Napoli ho già le «prenotazioni», verranno tutti i connazionali e i sudamericani. E non solo loro…». Di certo dovranno presentarsi almeno con una bottiglia di vino rosso. Che all’attaccante azzurro, a piccole dosi, piace tanto.
Famiglia – Ricette e aromi d’Argentina a Napoli, un modo anche per portare con sé qualcosa di quella località lontana che risponde al nome di Rivadavia. A 21 anni, atterrato dal San Lorenzo a «Zamparinilandia», prima al Venezia e poi al Palermo, l’impatto fu forte. Ma col passare dei mesi e degli anni Santana si è ritagliato uno spazio importante nel calcio italiano. E si è costruito, pure, una bella famiglia con Antonela, ragazza di San Nicolas (vicino Buenos Aires), e due bimbi: Mia di 5 anni e Matias di 3. Insieme trascorrono molto tempo a casa, naturalmente, «e quando è possibile lasciare i bambini alla babysitter e, quando non cucino, con mia moglie andiamo al cinema».
Sogno – Il prossimo ristorante sul golfo «Anema e core di Santana» è già nella testa dell’esterno del Napoli («È il mio sogno, magari ci riuscirò, e magari prima o poi nella vita conoscerò finalmente Carlos Santana…»), dichiarato dai compagni e tutto lo staff il migliore del gruppo per la sua tecnica sopraffina di stampo sudamericano. Il Mario Alberto azzurro, come l’eroe Kempes del Mondiale del ’78, vorrebbe diventare una bandiera del Napoli e alla vita in fondo chiede cose semplici: una griglia e un dribbling. Tutti invitati allo show personale di uno chef d’eccezione pronto a saziare la fame di gol del popolo di Fuorigrotta.
La Redazione
C.T.
Fonte: Gazzetta dello Sport
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