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Santacroce, il «leoncino» della difesa è ritornato

Si dice da sempre che gli esami non finiscono mai. Un detto che sembra calzare a pennello per Fabiano Santacroce, l’eterna promessa del Napoli e del calcio italiano. Santacroce è spigliato, lesto con la mente, così come è abile con il pallone: quando venne convocato da Lippi per la trasferta in Bulgaria, valida per la qualificazione ai mondiale sudafricani, nell’ottobre del 2008, Il ct azzurro lo accolse così: «È un difensore effervescente e forte soprattutto nell’anticipo. Posso utilizzarlo sia da esterno destro, sia da marcatore centrale». A Sofia non giocò. Poi, strada facendo, rimase persino fuori dalla Nazionale. Aveva saltato le Olimpiadi di Pechino per una gomitata a un giocatore delle Faer Oer che gli era costata quattro giornate di squalifica. Casiraghi decise di non portarlo in Cina. Ma neanche dopo quell’estate rinunciò a quel numero 13 sulla maglia. L’unica volta, in cui, ha disubbidito a De Laurentiis che, nel giorno della presentazione ufficiale, l’aveva invitato affettuosamente a desistere, prima di rassegnarsi agli scongiuri di rito. Per Santacroce non c’è scaramanzia che tiene. Neppure dopo l’infortunio al menisco interno, l’operazione e lo stop di otto mesi. È sbarcato da Brescia a gennaio di 3 anni fa, ennesimo frutto della santa alleanza tra il Napoli e il club di Corioni, per 5,5 milioni di euro. Ragazzo sensibile e attento, dedicò la prima (e unica) convocazione con l’Italia al suo allenatore nella Primavera del Como: Stefano Borgonovo. Un pensiero come una carezza, perché Fabiano Santacroce è un italiano speciale dalla memoria lunga. Mamma brasiliana e papà lombardo, cresciuto in Brianza, con l’arrivo di Mazzarri è stato relegato dai rincalzi, perché il titolare è Campagnaro. Eppure il ragazzo, 25 anni ad agosto, possiede una sicurezza da veterano. Titolare col Catania, è stato tra i migliori. Così come domenica sera, difensore dal piedino buono e dal coraggio smisurato (e dall’anticipo fin troppo audace che è, quando è in salute, la sua arma in più). Il leoncino cresciuto sulla spiaggia bianca di Bahia, attende in silenzio ogni decisione del suo allenatore. Ma a gennaio alla corte di De Canio, tecnico del Lecce, non aveva detto no. Accordo su tutto, maglia da titolare praticamente garantita. Santacroce era pronto a ricominciare in Salento. Poi Grava si è fatto male, ed ha così dovuto disfarre la valigia già fatta nell’abitazione di Castelvolturno. Mazzarri ha posto il veto. E così Fabiano si è dovuto rimboccare le maniche e ricominciare da qui. Il suo nuovo procuratore Andrea D’Amico ha da tempo chiesto di incontrare il club azzurro per discutere del rinnovo: il contratto scade nel 2012 e il difensore è tra quelli che guadagna di meno.

Fonte: Il Mattino

La Redazione
S.D. 

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