Ci sono allenatori che serrano le porte del campo di allenamento, altri che fanno tutto alla luce del sole. Come Giuseppe Sannino, il tecnico del Siena, al primo anno in serie A. Ieri mattina era in un angolo della sala colazione dell’albergo Garden, un’elegante villa, con il suo vice Ciccio Baiano, l’ex attaccante del Napoli che Maradona aveva soprannominato Baianito per i tocchi raffinati da sudamericano. Incurante della presenza di altri clienti, Sannino rivedeva al pc il filmato con i movimenti degli attaccanti del Napoli. Poi azionava la moviola e approfondiva. Quindi al tavolo faceva sedere, uno dopo l’altro, i tre difensori scelti per affrontare gli azzurri: accurata la spiegazione delle caratteristiche di Cavani, Hamsik e Pandev. Sannino, napoletano di Ottaviano, salito a Torino all’età di 12 anni, quando il papà venne assunto dalla Fiat, ha provato un brivido allo stadio Franchi vedendo tutte quelle bandiere azzurre che gli hanno ricordato l’infanzia e il sogno di recarsi al San Paolo per applaudire il Napoli. Nella sua squadra ci sono quattro ex napoletani. Tre li ha mandati in campo: Terzi, Contini e Calaiò. L’altro, Mannini, lo ha spedito in tribuna: in fondo una ragione c’è se quel ragazzo pagato da De Laurentiis 7 milioni quattro anni fa è stato riscattato giocoforza dal Napoli nella scorsa estate per mille euro, neanche a Siena gioca.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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