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San Paolo, tra divieti e concessioni: l’Uefa monitora la situazione

Lesson one: “Napoli è mille culure” e in quell’azzurro vive che l’illumina, in quel cielo stellato, il San Paolo è una luce che si sparge in Europa. Cinquantacinquemila cuori per trasformare lo stadio in una capanna: è Napoli-Porto e sa di Champions League, è l’ennesima vetrina per mostrarsi completamente, con le proprie rispettabili “nudità” che sono la civiltà e la passione. «E infatti: siamo convinti che ciò accada». Lesson two: perché pure stavolta è vietato sbagliare e le leggi, le regole e pure le norme vanno rispettate. E in un San Paolo ch’è per chiunque, perché cinquantacinquemila sono tanti, ognuno fatto a modo suo, val la pena far arrivare l’eco d’un messaggio che Alessandro Formisano, “Head of operation” del Napoli, non smette mai di rinnovare: «Ci sono cose da non fare, assolutamente: accendere fumogeni e petardi, innanzitutto. E poi ci sono cose da fare: lasciare libere le scale di accesso, sugli spalti, quelle contrassegnate in giallo; perché rappresentano una via di fuga per la sicurezza degli spettatori». C’è uno stadio da “tutelare” e un futuro da salvaguadare e poi c’è una cartolina da spedire all’Europa (League) d’una Napoli ch’è diversa, che sa essere rigorosa persino con se stessa: «L’Uefa è molto rigida in tal senso ed avendo il San Paolo una pena sospesa, in caso di violazioni si rischierebbe la squalifica».

POCHE SCORTE – E’ la voglia matta di regalarsi i quarti di finale che muove le masse; è la politica dei prezzi contenuti che attira e scuote; è il desiderio di avere una visibilità internazionale che ne sposta cinquantacinquemila e ne annuncia altrettanti per domenica sera con la Fiorentina, quando il costo del biglietto sarà egualmente un incentivo e poi ci sarà in palio il terzo posto. Però è anche Napoli-Porto che ha un suo perché, che concede il pathos del “dentro o fuori”, che spinge ad accarezzare un trofeo, magari a sognarlo un po’, però senza il clamore (il rumore) di fuochi da spegnere ancor prima che cominci e magari ricordandolo a chi s’è perso qualche punta precedente: «Il pubblico del San Paolo ha dimostrato già con lo Swansea di saper essere al fianco della squadra in maniera straordinaria ed evitando l’uso di fumogeni: siamo convinti che pure stavolta non ci sarà materiale pirotecnico, in maniera tale da non temere sanzioni».

CHE FOLLA – Come con il Borussia Dortmund, più o meno: la differenza si scoprirà allo stadio, alla chiusura dei conteggi; e comunque come una nottata di Champions, perché con l’Olympique ce n’erano poco meno di quarantamila e con l’Arsenal poco più di quarantamila. E stavolta ch’è Napoli-Porto e dà diritto ad un quarto di finale, il muro dei cinquantamila viene già ritenuto superato e le proiezioni trascinano ad un “quasi” record stagionale, da non macchiare, assolutamente, neanche dando fuoco ad un cerino: «Sarà l’ennesima festa di sport d’una città che si contradistingue per correttezza».
Fonte: Corriere dello Sport
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