L’edizione odierna de Il Mattino riporta le parole complete dell’agronomo ufficiale della Serie A in merito alla situazione del terreno di gioco dello Stadio San Paolo. Giovanni Castelli, l’agronomo, ha raccontato di uno scenario impietoso:
“Hanno fatto una cosa incresciosa: ci vorranno almeno due stagioni perché il terreno di gioco del Napoli torni come prima. Avevo definito quelle immagini raccapriccianti, ma da vicino la situazione è ancora più impressionante. Non ho mai visto un campo conciato così dopo un solo concerto. Sul prato, a parte la grande U di color giallo dovuta alla mancanza di ossigenazione, ci sono profonde buche lasciate dai piloni che sorreggevano il palco e evidenti segni del transito di mezzi pesanti, credo addirittura cingoli. Insomma, hanno lavorato come se fossero non in un campo sportivo, ma in un piazzale, senza alcun rispetto per la cosa altrui. Ci sarebbe da prenderli a schiaffi, soprattutto perché con un po’ di attenzione tutto questo si poteva evitare. Il concerto di Vasco Rossi l’anno scorso aveva causato pochissimi danni al campo, per questo il Napoli si era un po’ tranquillizzato. Vidi il manto erboso dopo quell’esibizione e posso assicurare che le conseguenze erano pari al 5-10 per cento di quelle che ho trovato oggi. Viva D’Alessio e viva i concerti, ma si tratta di una maniera di vivere gli stadi anche quando non c’è calcio. Ma bisogna farlo in maniera diversa, con la consapevolezza e il rispetto del luogo in cui si opera. Certamente non come questi disgraziati. Ho visto concerti in molti stadi, e se c’è un solo spettacolo si copre il terreno la notte prima e si smonta subito dopo l’evento: si fa tutto in un giorno, e le operazioni avvengono rigorosamente a mano. Sono preoccupato per l’esordio in serie A del Napoli. Ho sentito dire che nei prossimi giorni su quel campo si dovrebbe svolgere un torneo amatoriale con centinaia di persone. Spero vivamente che non sia vero: questo, l’ho detto anche al Calcio Napoli, darebbe un colpo mortale ad un campo già sofferente. Ho esaminato le radici e sono ancora vive. Quel tipo di erba, che si chiama Bermuda, si adatta molto bene ai luoghi caldi ed ha una notevole capacità autorigenerativa. Se non si sottopone il prato ad ulteriori stress e si interviene da subito rimuovendo il materiale organico putrescente che si è formato sopra la parte bruciata, non dovrebbero esserci problemi a giocare la prima in casa. Quanto ci vorrà per riavere un campo accettabile? Tra i 20mila e i 60mila euro, a seconda della capacità di reazione del terreno. Per una rizollatura completa, si parla invece di almeno 150mila euro. In ogni caso tra un paio di settimane tornerò per una nuova verifica.”
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