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San Paolo, nuovo scontro tra Comune e società: stangata per il Napoli

Nuovo scontro tra il Comune e il Calcio Napoli. Stavolta sulla convenzione ponte per il San Paolo. Fissati ieri i paletti per l’uso esclusivo dello stadio nella stagione 2015-2016. L’atto dovrebbe arrivare oggi in giunta, ma per il via libera definitivo bisognerà attendere la prossima riunione del Consiglio comunale.

L’ultima parola sul documento che regola i rapporti tra Palazzo San Giacomo e la società presieduta da Aurelio De Laurentiis spetta infatti all’assemblea cittadina, in quanto si tratta di un bene pubblico di primaria importanza. Il documento del Comune. Ieri, durante il secondo round della Commissione Sport, presieduta da Luigi Zimbaldi, e alla quale ha preso parte l’assessore Ciro Borriello, è intervenuto il capo di gabinetto e direttore generale del Comune, Attilio Auricchio, che ha illustrato le novità della nuova convenzione. Avrà durata annuale e in caso di necessità si potrà procedere al rinnovo di un secondo anno. Il canone che la società dovrà versare nelle casse di Palazzo San Giacomo alla fine della stagione calcistica dovrà essere slegato dagli incassi delle partite (come prevedeva il precedente atto) e ammonta a 822mila euro, così divisi: ai 752mila che andranno a copertura dei costi (energia elettrica, gasolio, servizi igienici, manutenzione ordinaria impianti elettrici, manutenzione ordinaria edile, settore guardiania), vanno aggiunti 2.500 euro di canone pubblicitario per ogni match (essendo stimate circa 28 partite casalinghe in una stagione stiamo parlando di 70mila euro annui).

La Ssc Napoli dovrà farsi carico inoltre del servizio di pulizia prima e dopo le partite (spesa che al Comune costa 350mila euro all’anno) e di una parte dei costi della dispersione idrica (44mila euro).

Il Napoli spiazzato. De Laurentiis rientrerà domani da un viaggio di lavoro negli Stati Uniti, ma oggi i suoi rappresentanti (l’amministratore delegato Andrea Chiavelli e l’head of operations Alessandro Formisano) sono attesi a palazzo San Giacomo. Alle 9.30 l’appuntamento, fissato da tempo, proprio con Auricchio per discutere la convenzione stagionale (al momento il Napoli può usufruire del San Paolo fino al 30 settembre). Stupore, a dir poco, per la presentazione del documento da parte del capo di gabinetto avvenuta un giorno prima del vertice. In luglio i rappresentanti del Napoli avevano inviato la proposta per la nuova convenzione a cifre e condizioni differenti rispetto a quelle esposte ieri dal braccio destro del sindaco de Magistris. Gli 822mila euro di canone, ad esempio.

Per il Napoli farebbe fede la stima della Coni Servizi di un anno fa – richiesta dal Comune – che aveva fissato il canone sui 480mila euro, precisando che le attuali condizioni dell’impianto provocano danni economici per il club. In attesa dell’incontro di stamane, è filtrata dagli uffici di Castelvolturno forte amarezza per l’atteggiamento unilaterale dell’amministrazione municipale ed è stato sottolineato un aspetto di questi complessi rapporti: «Mancanza di concertazione, noi messi davanti a fatti compiuti».

Dopo l’incontro in Comune, il presidente valuterà come agire. Non sono da escludere gesti clamorosi e certamente la “domanda individuale” (fitto del San Paolo per la singola partita di campionato o Europa League) creerebbe notevoli problemi di gestione e sicurezza della struttura. I concerti. Fugato ogni dubbio, intanto, sugli eventi estivi. Nel documento è previsto, infatti, il via libera ai concerti. «Dal primo giugno al 20 luglio – si legge nella convenzione – l’amministrazione comunale avrà facoltà di organizzare eventi e manifestazioni all’interno dello stadio San Paolo». Sull’opera di restyling dell’impianto è ritenuta insufficiente la cifra stanziata di 20 milioni, perché dovrebbero essere spalmati in 99 anni. Sembra che De Laurentiis abbia chiesto di non fissare un canone aggiuntivo, ma ciò è stato escluso da Auricchio. «De Laurentiis metterà a disposizione una cifra che supera di poco i 20 milioni ed è quella per un progetto definito e già presentato con le prime necessità. Poi ci sono altre due fasi che riguardano l’intera struttura e le aree di pertinenza. Queste ultime due fasi sono in itinere e dipenderanno dal Comune», ha detto a Radio Kiss Kiss l’architetto Gino Zavanella, che ha firmato il progetto.

fonte: ilmattino

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