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San Paolo, Napoli debitore di 5 mln al Comune: si attendono le verifiche del caso

A sua volta il Napoli è debitore dei relativi lavori di manutenzione dell'impianto, De Magistris: "Non parlo"

NAPOLI – Gli azzurri in Galles per l’Europa League, le Fiamme Gialle dal Napoli per questioni comunali. Ieri, intorno alle 13, la Guardia di Finanza ha eseguito un decreto di sequestro conservativo di oltre cinque milioni di euro su conti correnti e depositi bancari intestati al Calcio Napoli presso Unicredit: un provvedimento emesso dalla procura della Corte dei Conti campana e sollecitato da tre consiglieri comunali con un esposto basato sull’accusa di presunti danni all’erario, e connesse responsabilità amministrativo-contabili, legate alla convenzione tra Comune di Napoli e club per l’utilizzo dello stadio San Paolo. E dunque al pagamento dei canoni.

L’ACCUSA – La sintesi della storia raccontata da Gennaro Esposito, uno dei tre consiglieri-promotori, tutti di Ricostruzione Democratica, nonché presidente della Commissione consiliare Sport. «Non so se l’atto della Corte dei Conti sia stato generato dal nostro impulso, ma come gruppo consiliare abbiamo segnalato alle autorità l’esistenza di irregolarità contabili relative alla riscossione dei canoni di concessione del San Paolo. Il Napoli deve versare al Comune il 4,5 percento degli incassi netti delle partite, oltre a 45mila euro annui per la pubblicità fissa». Ovvero, la cartellonistica. «Sì, ma stando ai nostri controlli emergono irregolarità nel versamento di questi canoni: pendenze non giustificate per il mancato pagamento e controcrediti vantati dal Napoli stesso, tipo lavori eseguiti e portati a compensazione, non documentati».

L’ATTO – L’atto, firmato da Esposito e da Carlo Ianniello e Simona Molisso, ha innescato gli accertamenti che su provvedimento della procura della Corte dei Conti, ha portato la Guardia di Finanza a eseguire al Calcio Napoli un decreto di sequestro conservativo, fino a concorrenza, di oltre 5 milioni. «La somma è ingente, ci sono pendenze che risalgono anche al 2007. Io spero che sia un errore, ma se così non fosse la società dovrà mettersi in regola. Anzi, dovrà dare l’esempio: il San Paolo costa al Comune sette milioni di euro ogni anno, e questi sono costi che sostengono i cittadini. Attendiamo le verifiche dei documenti sequestrati e poi l’udienza dove le parti in causa avranno modo di chiarirsi».

BOCCHE CUCITE – Nessun commento da parte del Napoli (e nessuna notifica), nessun commento da parte del sindaco napoletano, Luigi de Magistris. «Non parlo».

Fonte: Corriere dello Sport

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