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San Paolo moderno per un Napoli super

Il sindaco De Magistris: "Siamo pronti ad ascoltare i cittadini"

Più o meno come una di quelle offerte televisive: prendi due e paghi uno. Prendi, anzi paghi uno stadio nuovo e paghi anche per ristrutturare il vecchio. Cioè quel tempio di nome San Paolo che, nelle intenzioni dell’amministrazione comunale, dovrebbe andare in pensione e lasciare il passo a un nuovo impianto, ma che Aurelio De Laurentiis ha sempre difeso, seppur consapevole della necessita di un bel maquillage: «E’ il tempio, la nostra storia». Prendi due, paghi uno: è più o meno questo, il contenuto della Manifestazione d’interesse che sarà pubblicata nelle prossime settimane: una sorta di bando, una sorta di invito che il Comune lancerà in forma ufficiale agli imprenditori locali, italiani e stranieri interessati – eventualmente – a costruire (il nuovo) e ristrutturare (lo storico) insieme. E il Napoli cosa pensa in tutto ciò? «Beh, siamo in una fase interlocutoria» , racconta la voce istituzionale dell’assessore allo sport, Pina Tommasielli.

AVANTI, PREGO – E allora, per raccontare gli sviluppi della vicenda degli impianti sportivi che ruotano intorno al club azzurro e alla città, è bene partire proprio dalla locuzione usata dall’assessore Tommasielli: una fase interlocutoria totale, complessiva, globale. Nebulosa, più che altro. Sia in merito alla realizzazione di un nuovo stadio, sia in merito al restyling del San Paolo: in entrambi i casi esistono delle idee, certo, ma sul tavolo finora è arrivato un solo progetto presentato da un pool di investitori per la zona di Ponticelli. Stop. «Ecco perché tra un mese, credo, sarà pubblicata la Manifestazione d’interesse: cioè, in sintesi, l’amministrazione comunale dirà di voler costruire un nuovo stadio per il calcio e ristrutturare il San Paolo, e dunque si rivolge ai cittadini, anche stranieri, per capire chi realmente possa essere interessato a fare entrambe le cose insieme». Avanti, prego.

IDEE COMUNALI – Venire avanti con un progetto e anche con i fondi: «Perché né il Comune, né il Calcio Napoli sosterranno spese che, stando alle prime stime, si aggirerebbero intorno ai 600-700 milioni di euro: si opta per un project financing. La zona del nuovo stadio? Siamo aperti a tutte le ipotesi, a tutte le aree: attendiamo proposte. Mentre il San Paolo, nella nostra idea, diverrà uno stadio quartiere aperto ai concerti, al teatro, al calcio femminile e ad altri sport». Ma non al Napoli: «Che nelle nostre idee giocherà in quello nuovo». 

PAROLE E SILENZI AZZURRI – E De Laurentiis cosa pensa? «Beh, lui tratta con il sindaco de Magistris, parla con lui, s’incontrano spessissimo… Diciamo che siamo in una fase interlocutoria. Non si sa cosa si farà». Di certo, restano nella mente scolpite le parole pronunciate dal presidente azzurro a più riprese, veri e propri atti d’amore e romanticismo nei confronti di un San Paolo che, sebbene urgente di una ristrutturazione secondo canoni moderni, resta comunque: «Il nostro tempio». E allo stesso tempo rimbombano i silenzi presidenziali che accompagnano i progetti raccontati dal Comune in merito alla costruzione del nuovo, ipotetico, stadio.

IL POPOLO – La vicenda, comunque, è tutta da decifrare: «Aspettiamo che l’assessore all’urbanistica completi ogni passaggio per la pubblicazione della Manifestazione d’interesse e poi si vedrà. Di certo, vorremmo terminare le opere entro la fine del mandato del Sindaco». A proposito: il pubblico, il popolo azzurro, s’è sempre schierato al fianco del San Paolo e della storia. « Noi siamo sempre pronti ad ascoltare i cittadini. Ascoltiamo molto i cittadini». E dunque se vorranno sempre e solo il San Paolo? «Verificheremo». La voce istituzionale racconta le aspettative e poi passa e chiude.

AGIBILITA’ E LICENZA – Nel frattempo, l’unico dato certo è che il tempio di Fuorigrotta si prepara ad ospitare le prime amichevoli estive e poi la nuova stagione: l’agibilità è già stata prolungata fino a tutto il 2013, e anche l’Uefa ha dato il suo parere favorevole relativamente alla disputa degli eventi; e dunque dell’Europa League. Le certezze sono sempre la base migliore da cui partire.

Fonte: Corriere dello Sport

La Redazione

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