L’hanno definita la «notte della verità», quella che dovrebbe assegnare il titolo di anti-Juve. Una verità che i tifosi del Napoli vorrebbero fosse quella che hanno immaginato fin dall’inizio della stagione: una squadra che tra le mura amiche non perdona, che ha fatto sempre man bassa degli avversari: in campionato come in Europa League o anche nelle amichevoli precampionato.
CHE GRUPPO – Gol a grappoli e vittorie inequivocabili. Sette calciatori diversi andati a bersaglio. Un gruppo compatto, capace di non far sentire la partenza di Lavezzi e neanche quella di Gargano. Ma mancava l’esame più importante, quello di un confronto con una pari-grado, un’altra seria candidata a fare da anti-Juve, la Lazio di Petkovic, appunto. Eccola, dunque la «notte della verità». Una notte in cui anche dagli spalti si sarebbe dovuto recitare da protagonisti. Trasmettere quel calore a Cavani e soci da lanciare il cuore oltre l’ostacolo; per vincere la quarta partita consecutiva se si comprende anche quella in Europa League con gli svedesi del Solna.
LA NOTTE DEL SAN PAOLO – Una notte in cui andava messo da parte ogni traccia di delusione dopo la battuta d’arresto di Catania; ed una serata resa ancora più intrigante dal pari della Juve capolista, nell’anticipo di martedì, a Firenze. «Ora è il momento», con tale proposito i tifosi si sono avviati al San Paolo, peraltro molto prima del fischio d’inizio. Non tantissimi ma neanche pochi. Il momento di agganciare i bianconeri in vetta alla classifica. Ma non prima di aver fornito una grande prestazione con la Lazio. Perché solo così sarebbe stato possibile coronare il sogno dei quarantamila circa accorsi a Fuorigrotta e quello dei circa sei milioni di sportivi sintonizzai in mezzo mondo. C’è chi si è svegliato all’alba per assistere a questa partita piena di pathos. E difatti dopo pochi minuti è già thrilling: il pallone rotola alla spalle di De Sanctis. Per l’arbitro e il giudice di linea è gol. Proteste vibranti, invece, del Napoli. E Banti di Livorno, già contestato dalla Lazio due anni fa nella stessa sfida, si trova a risolvere il primo caso spinoso della serata. La soluzione gliela dà Klose, ammettendo di aver deviato la sfera con la mano. Ma poi al direttore di gara tocca sventolare i primi cartellini gialli per frenare gli ardori.
AGONISMO – La posta in palio è troppo alta e l’agonismo rasenta il limite. Piace il Napoli. Ha ritrovato tutto d’un colpo, grinta, coraggio, cinismo. Tanto che dopo neanche venti minuti va in gol con il Matador, al suo settantesimo centro con la maglia del Napoli ed il San Paolo esplode di gioia anche se resta ancora tanto da giocare. E Cavani poco dopo – già che c’è – segna anche il raddoppio.e scala la classifica dei marcatori azzurri. La festa può andare avanti. Ma ormai ci ha preso gusto il Matador e nella ripresa si regala la tripletta, manda alto un rigore ma i cori sono tutti per lui. E dagli spalti echeggiano i cori dei tempi di Maradona.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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