L’inchiesta sul sabotaggio delle telecamere di videosorveglianza del San Paolo apre nuovi e inquietanti scenari sulla sicurezza dello stadio partenopeo. Perché in attesa di chiarire se le cause della devastazione del manto erboso siano soltanto casuali — ovvero se il fungo che ha provocato l’inaridimento del campo sia spuntato naturalmente o sia stato artatamente innestato nel prato —nuovi elementi affiorano nell’intricata vicenda legata all’impianto di Fuorigrotta. Il Napoli, ad esempio, pur non essendo a conoscenza della manomissione delle telecamere, qualchemese fa aveva chiesto al Comune un massiccio potenziamento del servizio di guardiania al San Paolo. Perchè nel corso dell’anno, sia per le note vicende legate agli ingressi illegali durante la settimana che per il caso del boss a bordo campo, erano state troppe le falle nel sistema di sicurezza del campo. Il Comune, per stessa assicurazione dell’assessore allo Sport Pina Tommasielli, si era immediatamente attivato. Aumentando i controlli nonostante troppi varchi siano sempre facilmente accessibili. Lo stadio di Fuorigrotta resta uno spauracchio per lo stesso sindaco di Napoli. «Sono sconcertato da quello che è accaduto, tutta questa storia ha un po’ il senso di qualcosa che non è andato – ha evidenziato de Magistris — bisogna investigare e capire cos’è successo, già nei mesi scorsi abbiamo messo in campo atti per smascherare dei cialtroni che approfittavano dello stadio per fare i loro interessi privati. Per quanto riguarda il prato, mi sa tanto di un campo che non è stato irrigato o curato come doveva ». Ribadendo che la responsabilità del rettangolo di gioco «non è del Comune », il primo cittadino ha comunque evidenziato che con De Laurentiis la collaborazione è assoluta: «Prima della partita contro la Fiorentina ho avuto un incontro di un’ora e mezza con lui, abbiamo discusso a tutto tondo, c’è un clima buono e costruttivo e bisogna restare in questo solco». Nel frattempo gli agronomi ingaggiati dal Napoli stanno monitorando costantemente il rettangolo di gioco che sta migliorando progressivamente. Il problema, però, è legato anche al futuro. Se il manto erboso tornerà adeguato per questo campionato, già dalla prossima estate c’è il rischio di un ulteriore decadimento. «A fine campionato il prato sarà cambiato perché questa tipologia di manto non è adatta al clima di Napoli – ha rivelato Giovanni Castelli, agronomo della Lega calcio – questi mesi serviranno per capire quale strategia adottare. Ci sono due opzioni possibili: un campo in erba naturale che possa resistere maggiormente alle temperature elevate oppure un misto con naturale rinforzato e sintetico». Intanto è stata ritardata di un giorno la nuova semina. Perchè la macchina utilizzata lunedì non era adeguata. «Avevamo la necessità di averne una che sparasse il seme in profondità – ha confermato Castelli – il manutentore non era in possesso di questo macchinario e l’abbiamo fatto arrivare dalla Toscana».
Fonte: Felice Naddeo per il “Corriere del Mezzogiorno”
La Redazione
C.T.
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