In diretta a ‘Punto Nuovo Sport Show’, trasmissione con Umberto Chiariello in onda su Radio Punto Nuovo, è intervenuto Alessandro Cosentino, leader Curva B:
“Siamo conosciuti al mondo non per trofei o per decine di scudetti, ma il popolo napoletano è conosciuto per aver avuto nelle proprie file il più grande calciatori di tutti i tempi e per avere i tifosi più calorosi. Per quasi tre mesi non siamo entrati mai al San Paolo, per il regolamento d’uso e per l’applicazione di esso. Un paio di settimane fa siamo rientrati avendo avuto il giusto contentino per poterci esprimere come vogliamo, rispettando alcune regole e le cose sono andate abbastanza bene. Domenica siamo andati allo stadio, come sempre, addirittura facendo uno striscione ancor più grande di quello “Liberi di tifare” con ulteriori spese. Questa battaglia del regolamento d’uso è per i tifosi, non per tutti gli ultras e ci tengo a sottolinearlo. Ci siamo presentati ai cancelli ed il servizio d’ordine ci ha detto che in occasione della partita Napoli-Lecce, non potevano entrare i tamburi, i megafoni e neppure lo striscione. Al mio chiedere il perché di questa novità ci è stato risposto di aver trovato 5 torce – una sorta di fumogeno – ed in più ci hanno sottolineato che a causa di una scritta all’esterno del San Paolo contro Formisano, la Curva B era dettata da questo tipo di situazione per questa Domenica. Adesso mi domando, siccome prendiamo le multe per i sediolini, per appogiarsi ad una vetrata, come hanno fatto a non capire chi ha portato queste torce? Abbiamo dato la nostra parola a delle persone per determinate cose che ci siamo detti, non credo saremmo stati così stupidi ad introdurre torce e seppure qualche testa calda l’avesse fatto, l’avremmo isolato perché vuole il male della curva. Se il dottor Formisano è una persona così importante per la politica italiana o che, per smuovere così tanto le forze dell’ordine, allora doveva essere preso un provvedimento per tutti i settori che espongono striscioni. Abbiamo deciso con grande tranquillità di tornarcene indietro, delusi, siamo arrivati ad un punto di non ritorno. Barcellona? Avevamo già deciso di non entrare per una questione di caro biglietti. Credo sia stato dato uno schiaffo alla dignità della gente che va nei settori popolari, ci è sembrato quasi un dispetto mettere la curva a 70 euro. Siamo stanchi”.
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