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San Paolo e Castelvolturno, ecco i progetti di restyling

oIl patron del Napoli non pensa solo alla squadra: «Presto nuovi campi di allenamento nel nostro centro»

Lo stadio nuovo come obiettivo. Magari uno di proprietà («il non averlo ci penalizza moltissimo», dice De Laurentiis), per consentire al club di iscriversi davvero tra le grandi società d’Europa. E mentre il sogno di De Laurentiis è «di rinnovarlo completamente», nel tempo breve il Napoli e il San Paolo vivono ben altro genere di preoccupazione: devono sanare una serie di lacune che non consentono alla Uefa di rilasciare il via libera all’impianto per ospitare le gare di Champions League nella prossima stagione. Una sorta di incubo per il club che rischia, non dovessero fare in tempo le ditte individuate dal Napoli a completare le opere in questione entro il 30 giugno, di giocare la Champions allo stadio Barbera di Palermo. Per inteso: se il Napoli fosse stato costretto al preliminare di Champions, avrebbe di sicuro giocato lontano da Napoli. Perché in questo caso, la data per avere l’ok dell’Uefa sarebbe stata il 10 giugno (l’Udinese, infatti, rischia di andare a Modena a giocare l’Europa League).
Nel frattempo, l’obiettivo del patron cade anche su Castelvolturno. Scrive: «Aumenteranno i campi e la struttura verrà amplicata». Detto questo, come è noto, è una corsa contro il tempo, ma il Comune è certo che i lavori verranno ultimati in tempo utile per avere la licenza Uefa. Gli operai sono impegnati in questi giorni in frenetici interventi per sistemare gli intonaci della struttura di Fuorigrotta: l’intervento in atto prevede la sistemazione dei ferri in acciaio che fuoriescono dalle tribune e che sono causa della caduta di pezzi di intonaco. L’intervento verrà ultimato in questa settimana. Ma il cronoprogramma, l’ultimo stilato dai tecnici del Napoli e da quelli del Comune, prosegue nel pieno rispetto delle date fissate. Regna l’ottimismo e lo stato di avanzamento dei lavori viene ritenuto soddisfacente. Certo, ogni volta che piove c’è un preoccupante rallentamento. Ma il 30 giugno è data sovrana: dovrà essere rispettata ad ogni costo. I proventi da stadio sono circa il 10 per cento del fatturato del Napoli: ovvio, aumenteranno con la Champions. Ma rischiano di precipitare in caso di esodo obbligatorio in Sicilia. Nel corso di un convegno, alla presenza del sindaco de Magistris, De Laurentiis aveva apertamente parlato di una sciagura economica nel caso in cui il Napoli non potesse giocare al San Paolo la Champions. E il futuro? Nel breve vanno completate la messa in sicurezza di numerose parti dello stadio. E il capo delle operazioni del club, Alessandro Formisano, sta seguendo in prima persona tutte le fasi dell’intervento. Compresi i contatti con l’assessorato allo sport.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

P.S.

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