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San Paolo, domani si vota per la convenzione-ponte. De Magistis spinge per non dare alibi a De Laurentiis

I rapporti tra Comune e SSC Napoli restano tesi, ma si cerca comunque l'accordo

Il Comune di Napoli ci riprova. Il tentativo è quello di trovare un’intesa col Napoli di De Laurentiis per il futuro del San Paolo. Domani l’Aula proverà nuovamente a votare la convenzione-ponte col club azzurro, necessaria per consentire al Napoli di giocare allo stadio di Fuorigrotta con costi più bassi rispetto a quelli canonici dei servizi a domanda individuale, in attesa però che gli uffici comunali approvino o meno il progetto di restyling dello stadio presentato da Aurelio De Laurentiis. L’input politico che il sindaco ha dato alla sua maggioranza è di fare in fretta, di definire il tutto entro domani in modo da «non dare alibi a de Laurentiis per dire che il Comune no fa la sua parte», ha raccontato l’ex magistrato ai suoi collaboratori; ma anche per non passare alla storia come il sindaco che ha fatto andar via il club azzurro dallo stadio degli scudetti e che, avviata una procedura, non è riuscito a portarla a termine. Ma il rischio ora è alto. Perché con un Napoli così forte sul campo, i rapporti di forza tra le parti pendono tutti a favore del patron azzurro. Senza dubbio, un problema di rapporti tesi ora esiste eccome. Anche se «la discussione sullo stadio bisogna chiuderla, anzi blindarla interamente entro la fine del mio mandato», ha ricordato ancora il sindaco napoletano che pare possa fare lui la prima mossa per riaprire la discussione bruscamente interrotta col presidente del Napoli. Al quale — questo trapela dall’entourage del produttore — non piace l’idea di prendere un accordo col sindaco ma di parlare poi sempre e soltanto con i suoi collaboratori o col suo capo di Gabinetto, Attilio Auricchio, che in questi mesi ha presenziato a tutte le riunioni fatte per il San Paolo insieme all’assessore allo Sport, Ciro Borriello. Ma per riaprire una discussione occorre prima che il Consiglio approvi la convenzione per consentire al club di giocare al San Paolo fino a fine campionato. Cosa non scontata, nonostante il volere del sindaco, in presenza di un Consiglio comunale frammentato e, in parte, convinto che il Comune di Napoli debba nell’immediato pretendere di più dei 651mila euro calcolati e dei 3mila e euro di canone fisso per tariffe e imposte pubblicitarie a partita. E per il futuro, chiedere un restyling più forte, investimenti superiori ai 21 milioni più Iva messi sul tavolo del presidente del Napoli per rifare il San Paolo assicurandoselo per 99 anni. E la questione-concerti è uno dei punti di maggior rottura tra le parti.

Fonte: Corriere del Mezzogiorno

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