Da quando è tornato alla Sampdoria, Vasco Regini è tornato a ritagliarsi uno spazio importante sul campo. Anche perchè nei sei mesi di Napoli il difensore blucerchiato era sceso in campo davvero pochissimo. In estate, invece, l’incontro con Giampaolo gli ha cambiato il futuro. Quantomeno, quello a breve termine.
Oggi Regini di questa Samp si è preso la fascia, in senso figurato (intesa come posizione in campo) ma anche in un’accezione più concreta. Già perchè dopo la partenza di De Silvestri, Regini è diventato anche capitano del club genovese: “Non so se mi sarei aspettato di diventare capitano, ma sicuramente lo speravo” racconta a Telenord. “E’ stato il mio obiettivo: sono arrivato come giovane, ma volevo essere protagonista e quest’anno ho avuto la fortuna di diventare capitano e sono orgoglioso di questo. Sono capitano nei 90 minuti, ma oltre questo il capitano resta Palombo, l’ho sempre detto. Lui è una persona di riferimento, anche se scende poco in campo. Cerco, quando c’è bisogno, di parlare con l’arbitro e cerco di interpretare al meglio il ruolo di capitano. Devo dire che tutto dipende da come ti rivolgi al direttore di gara: a volte ti manda via a prescindere, ma ci si può far ascoltare. Talvolta mi immedesimo nell’arbitro e anche quando avrei voglia di…(ride, n.d.r.)…cerco un approccio tranquillo”.
I sei mesi di Napoli, per Regini, comunque non sono stati un errore: “Andare al Napoli, col senno di poi, lo rifarei, ma di sicuro non è andata bene. Però mi sono allenato con campioni ed è stata un’esperienza che mi ha fatto crescere. Ero contento di tornare alla Samp. Ho iniziato la stagione come centrale, ma dove c’è stato bisogno, mi sono reso disponibile: in assoluto ho giocato molto più da terzino sinistro, nella difesa a quattro, ma da centrale ho comunque fatto bene. Vivo un ottimo rapporto con i compagni, ma a livello tecnico-tattico ci pensa solo il mister: non do consigli“.
“Sono stato criticato, ma con il lavoro, senza farsi condizionare, andando avanti per la mia strada, ne sono uscito” continua Regini, come riporta sampdorianews.net. “Uno deve essere bravo ad isolarsi e dare il 100% nel campo. La mia famiglia è molto importante, la mia bimba di due anni è la mia gioia: mi aiutano, quando va male arrivi a casa ed hai un modo per tornare a sorridere con la bambina e la compagna. La strada giusta è comunque quella di non farsi mai condizionare dall’esterno: se sei convinto di essere forte, di avere qualità, prima o poi viene fuori”.
Il prossimo impegno sarà fondamentale per la Samp: “Non dobbiamo sottovalutare il Sassuolo, squadra che negli ultimi anni è stata quella con i migliori progressi. E’ una squadra con un’identità e della certezze. E’ vero che hanno diversi infortunati, ma hanno validi sostituti. Possono giocarsela con tutti e noi dobbiamo stare attenti. Sarà una gara importante.”
“La società ha fatto un’ottimo lavoro perché sono arrivati giovani forti: c’è chi è pronto subito, chi ha bisogno di qualche mese in più per essere al cento per cento, ma hanno grandi qualità, si vede subito in allenamento. Muriel ha un dribbling in velocità che in pochi hanno in questo campionato: se continua come sta facendo può fare una stagione ottima. Il Presidente Ferrero lo conosciamo tutti, è una persona allegra e spontanea e quindi non ci sono problemi con lui: non c’è alcun problema di comunicazione. Sta facendo bene, speriamo che tutti insieme si possa arrivare il più in alto possibile”.
In chiusura, Regini ammette anche quello che è il suo obiettivo: “Sogno la nazionale, come tutti. Sono prossimo alle 100 con la maglia della Samp e questo mi inorgoglisce molto”.
Fonte: Calciomercato.com
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