A margine della sconfitta a Marassi contro il Milan, il tecnico della Sampdoria Claudio Ranieri ha parlato ai microfoni di Sky Sport. Di seguito le sue dichiarazioni.
Un commento sul presunto fallo di mano di Gabbia?
“L’anno scorso ce n’erano troppi e non andava bene, onestamente se me l’avessero dato contro mi sarebbe dispiaciuto. È come il rigore che ci è stato dato contro: pensavo che Jankto fosse stato caricato, in realtà non è così. Quindi è giusto dare il rigore. Nel primo tempo non volevamo dargli la profondità, loro hanno movimenti codificati. Invece non riuscivamo a ripartire, e molti pericoli sono scaturiti dalle nostre uscite. Nel secondo tempo la squadra ha avuto una reazione d’orgoglio, non dico che avremmo meritato il pari perché il Milan è stato padrone del campo, ma la partita è stata aperta”.
Da dove bisogna ripartire? Come sta chi è uscito per infortunio?
“Bisogna ripartire dal secondo tempo. Dobbiamo reagire subito, altrimenti facciamo come lo scorso anno, in cui stavamo sempre sott’acqua. Abbiamo due trasferte difficili a Napoli e Verona. Su Bereszynski valuteremo nei prossimi giorni, Gabbiadini ha risentito in estirada il dolore che l’ha condizionato a inizio campionato, speriamo possa svanire nei prossimi giorni. Per Augello sono stati crampi, quindi niente di serio”.
Secondo lei il Milan è la squadra più forte del campionato?
“Difficile dirlo. Adesso gioca bene, fanno movimenti sincronizzati per rompere la linea difensiva. Stanno bene fisicamente: hanno giocato giovedì, ma non s’è visto. Non so se sia la più forte, ma c’è la spensieratezza della gioventù che ti fa fare cose che con giocatori più esperti magari non fai perché pensi troppo”.
Tra primo e secondo tempo c’è stata grande differenza.
“Abbiamo fatto tre vittorie bellissime, contro Atalanta, Fiorentina e Lazio, in cui abbiamo dovuto aspettare e fare male in contropiede. Quando gli chiedo le stesse cose non riusciamo a farlo. Parlerò con i ragazzi e cercherò di fare un tempo solo (ride, ndr). Poi ad esempio a Torino abbiamo corso più nel primo tempo, che nel secondo. Come è possibile?”.
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